Biennale, i giovani Leoni del teatro sofferto e condiviso

Romeo Castellucci e Angelica Liddell ricevono il premio e lo dedicano a chi lavora con loro. Al via il Festival internazionale del teatro contemporaneo

VNEEZIA. Paolo Baratta, presidente della Biennale, ha fatto gli onori di casa in una Sala delle Colonne affollata da numerosi dei 350 giovani impegnati in laboratori, workshop, masterclass che caratterizzano questa 42° edizione del Festival Internazionale del Teatro, nella cerimonia di consegna dei Leoni, che ha inaugurato la manifestazione. La filosofia dell’esperienza Biennale College, che dopo i successi nei settori danza e teatro si vuol estendere anche a arte, cinema e musica, è stata illustrata dal presidente che ha definito il rapporto fra Maestri e giovani artisti che instaura in questo sforzo mirato a valorizzare la creatività come “luogo dove si incontra il domani”.

Alex Rigola ha letto le motivazioni davanti ai due premiati, entrambi visibilmente commossi per la consegna del riconoscimento: Angelica Liddell, catalana 47enne che ha scelto come cognome d’arte quello della protagonista delle avventure nel Paese delle Meraviglie di Lewis Carroll, si è vista assegnare il Leone d’argento per l’innovazione teatrale per un impegno totale nella dimensione del teatro, dalla drammaturgia all’interpretazione, dalla scenografia alla regia che l’ha portata a superare anche la divisione in generi . «Cinque anni fa attraversavo un momento di difficoltà ed ero sul punto di dover sciogliere la compagnia» ha confessato Angelica Liddel. «Proprio qui a Venezia scrissi “La casa de fuerza” e da lì trovai la capacità con il mio gruppo di superare quel momento: per questo voglio condividere con i miei attori e attrici questo riconoscimento e l’averlo conseguito ha quasi il sapore della chiusura del ciclo iniziato nel 2008».

Per Romeo Castellucci, 53enne fondatore della Societas Raffaello Sanzio, la compagnia italiana più rappresentata e conosciuta all’estero, già direttore dell’edizione 2005 del Festival Internazionale del Teatro, il Leone d’oro alla carriera ha - sono parole del presidente Baratta - anzitutto il significato di «riparare un debito che l’Italia intera ha nei suoi confronti». L’uomo di teatro, infatti, è conosciuto solo all’estero come grandw creativi. La motivazione parla di «capacità di creare un nuovo linguaggio scenico».

Anche Castellucci, commosso, ha sottolineato come questo premio per la prima volta lo abbia costretto a guardare al passato: ed ha avuto, a conferma del lavoro collettivo sotteso a ogni allestimento teatrale, parole di sincero apprezzamento per quanti hanno condiviso il suo percorso sul palcoscenico.

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