Bidello cade tre volte, risarcito dalla scuola
Il giudice del lavoro ha condannato il ministero a pagare 30 mila euro

Un’aula di tribunale
Nel giro di sette anni ben tre infortuni gravi nella stessa scuola. Protagonista un bidello veneziano, Marco A., in servizio all'istituto tecnico nautico Sebastiano Venier, che si è visto riconoscere dal giudice del lavoro Margherita Bertolaso un risarcimento complessivo di 29 mila euro più cinquemila euro di spese legali: il magistrato ha ritenuto responsabile il ministero dell'Istruzione, che dovrà pagare i danni patiti dal dipendente. Nella sua sentenza, il giudice veneziano ha dichiarato prescritta la pretesa risarcitoria per il primo incidente, che risale al 5 febbraio di 13 anni fa, accertando invece la responsabilita dell'anmministrazione scolastica per quelli del 23 agosto 2001 e del 24 maggio 2005. A presentare il ricorso, raccontando i fatti, è stato l'avvocato Marco Vorano per conto del collaboratore scolastico, che ora continua a lavorare, ma in una scuola più vicina a casa sua. Il primo incidente era accaduto mentre puliva le scale dell'istituto nautico: c'era un gradino rotto ed era inciampato e caduto. Al Pronto soccorso del Santi Giovanni e Paolo gli avevano riscontrato la rottura del legamento crociato anteriore della gamba destra. Il 17 aprile di quell'anno era stato operato e per sessanta giorni, si legge nel ricorso, era stato costretto a letto. Solo dopo sei mesi aveva potuto riprendere a lavorare. Il secondo incidente era avvenuto nei bagni della stessa scuola: mentre stava pulendo era scivolato sul pavimento bagnato, che non era dotato di presidi antisdrucciolo, e si era procurato la distorsione del ginocchio sinistro. Anche questa volta aveva dovuto subire un'operazione cirurgica e l'Inail gli aveva riconosciuto un'invalidità permanente del 12 per cento. Al lavoro era potuto rientrare ben sei mesi dopo la caduta. L'ultimo, quello del 24 maggio di sei anni fa, era accaduto mentre trasportava una cassa di libri assieme a due colleghi. Evidentemente lo aveva colpito una maledizione perchè era caduto sulle stessa scala, quella che aveva ancora il gradino rotto, dove era caduto sette anni prima. Anche in questa occasione conseguenze gravi: aveva infatti riportato la lacerazione del legamento della caviglia destra e la frattura di una costola. Aveva dovuto rimanere a casa per quattro mesi, era tornato al lavoro solo l'1 dicembre dello stesso anno. L'Inail, per quest'ultimo incidente, gli aveva riconosciuto un'invalidità dell'8 per cento. Per suo conto, l'avvocato Vorano, tre anni fa ha chiesto la condanna del ministro dell'Istruzione al risarcimento dei danni derivati dai tre infortuni. Il giudice del lavoro, però, ha accolto l'eccezione presentata dal ministero per quanto riguarda il primo infortunio perchè accaduto più di dieci anni prima (la prescrizione scatta appunto dopo 10 anni). «Il datore di lavoro - scrive il giudice Bertolaso - è in particolare responsabile non solo quando ometta di adottare tutte le idonee misure protettive, imposte dalle norme, ma anche quando ometta di controllare e vigilare che di tali misure sia fatto effettivamente uso da parte del dipendente».
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