Bici elettriche taroccate, valanga di controlli

Corrono a 50 km orari in centro tra le calli e provocano incidenti. E non serve la patente nè il casco
Posteggio di bici in Corso del Popolo a Chioggia
Posteggio di bici in Corso del Popolo a Chioggia

CHIOGGIA. Sfrecciano nelle calli, fanno lo slalom tra le auto e le recinzioni del cantiere in corso del popolo, usano i marciapiedi come fossero corsie d’emergenza, viaggiano appaiate (ma anche “quadruplicate”) sulle strade più larghe, ostacolando gli altri utenti della strada. Sono le bici elettriche, veicoli che, ormai, sembrano aver preso il sopravvento numerico su moto e motorini e hanno reso ancor più caotico il già difficile traffico cittadino. E il pericolo non è solo potenziale, ma concreto. L’altro giorno, ad esempio, una di queste biciclette ha investito, vicino al Duomo, una donna che passava a piedi, facendola finire al pronto soccorso. Se Chioggia e Sottomarina, fino a qualche anno fa, erano famose per il traffico e la sosta selvaggia di scooter e ciclomotori, oggi la palma della scorrettezza stradale è decisamente passata di mano.

Da una parte ha contribuito, certamente, la puntigliosità della polizia locale nel reprimere i fenomeni di maggiore sregolatezza. Si pensi, relativamente al passato, all’uso del casco, praticamente ignorato per anni, e divenuto consuetudine solo dopo l’applicazione sistematica delle multe previste per chi non lo indossava. Poi sono arrivate le bici elettriche: agili come e più dei ciclomotori ma decisamente meno costose (c’era anche l’incentivo statale) e, oltretutto, meno esigenti dal punto di vista burocratico: niente patente, niente assicurazione, niente bollo. Il successo è stato immediato, ma le esigenze “di mercato” non venivano completamente soddisfatte.

Quel che mancava alle bici in questione, infatti, era la velocità: il massimo consentito, 25 chilometri l’ora, per qualcuno, è troppo poco. Del resto se c’è chi elabora i motorini per correre a cento all’ora, perché non truccare la bici elettrica per fare i 50? Il taroccamento, però, se scoperto, costa caro: multe di centinaia di euro per guida senza patente, senza assicurazione e senza bollo. Ma ora sembra profilarsi anche un’altra frontiera: quella delle bici taroccate all’origine. Il sospetto è venuto alla polizia locale, nel corso dei controlli effettuati, durante l’estate, insieme alla motorizzazione civile. Alcune bici elettriche uscirebbero dalla fabbrica con caratteristiche “difformi” da quelle previste per legge. Sono in corso accertamenti ma, se fosse vero, chi dovrebbe pagare la multa?

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia