Bici e motorini sulla diga la rabbia dei bagnanti
SOTTOMARINA. La diga di Sottomarina zona franca per biciclette e motorini. A tornare su un problema cronico, che esplode soprattutto nella stagione estiva, è il Pd che ha presentato nei giorni scorsi una mozione al presidente del Consiglio, Endri Bullo, per chiedere che si intensifichino i controlli e si migliori la cartellonistica che segnala il divieto di accesso per i mezzi a due ruote. La competenza sulla vigilanza della zona è, però, della Capitaneria di porto. La diga è uno degli scorci più belli di Sottomarina e, da sempre, una delle mete più frequentate per le passeggiate.
Al mattino per chi vuol fare un pieno di iodio o per gli sportivi, durante il giorno per chi vuole concedersi qualche momento di relax al sole senza ricorrere alla spiaggia, al tramonto per i più romantici e di notte per i pescatori amatoriali. A rovinare la tranquillità dello scenario ci sono biciclette e motorini che scorrazzano in mezzo ai pedoni mettendo seriamente a rischio la sicurezza di chi cammina, spesso mamme con figli piccoli, con passeggini o nonni con il bastone.
È già successo, e succederà di nuovo, che lo slalom faccia perdere l’equilibrio provocando la caduta di qualche passante. Il problema viene segnalato a ogni estate, anche se esiste in tutto il periodo dell’anno, ma nulla cambia. Bici e moto, spesso anche senza luci o con più persone a bordo, usano la diga come una pista, consapevoli che nessuno effettua i controlli sulla zona, che dovrebbe essere unicamente pedonale. «La passeggiata in diga è sicuramente una delle più suggestive», sostiene la capogruppo del Pd, Barbara Penzo, firmataria della mozione, «purtroppo però è compromessa dal via vai di bici elettriche e di motorini che non solo disturbano chi passeggia, ma cosa più pericolosa rischiano di investire e provocare danni. Per questo chiedo a sindaco, giunta e consiglio di apporre all’entrata un’apposita e evidente cartellonistica che indichi il divieto di transito per biciclette e mezzi motorizzati. Chiedo anche di garantire, seppur saltuariamente, la presenza degli agenti di polizia locale per dissuadere, prima bonariamente, e poi con sanzioni amministrative, chi pensa che la passeggiata della diga sia una pista da corsa». Il destinatario però delle richieste non è quello corretto.
«La diga è di competenza statale», spiega il comandante della polizia locale, Michele Tiozzo, «è una struttura di difesa portuale, gestita dal Provveditorato alle opere pubbliche (ex Magistrato alle acque, ndr) la cui vigilanza compete all’autorità marittima. Il Comune, quindi, non può mettere cartelli né occuparsi della vigilanza».
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