Bici, ciclabili e fermata del treno Così cambia l’asse di via Torino
L’università di Ca’ Foscari, insediatasi con il campus di Scienze Ambientali alla fine di via Torino, si conferma importante attrattore di investimenti pubblici e privati che puntano a trasformarell’asse tra via Torino e la stazione ferroviaria di Mestre. Investimenti che interessano il settore ricettivo, in primis, ma con effetti sulla mobilità, con il chiaro obiettivo di migliorare i collegamenti in un’area che per decenni è stata fortemente depressa.
Ca’ Foscari attrattore. Ieri il primo piccolo passo, l’apertura per volere di Comune e Avm, di una stazione del bike sharing, le bici in affitto pubbliche, davanti al polo scientifico di Ca’ Foscari in terraferma, su cui gravitano duemila persone, tra studenti, docenti e amministrativi. «Un passo avanti verso lo stato di “urban university” sostenibile e pienamente inserita nel tessuto metropolitano a cui l’ateneo guarda con convinzione», ha spiegato Fabio Pranovi delegato del rettore per la sostenibilità assieme alla mobility manager dell’ateneo, Monica Gussoni.
La passerella. Ca’ Foscari, ha ribadito Pranovi, vuole anche la passerella ciclopedonale da via Torino fino a Forte Marghera. «Vogliamo dialogare concretamente con il territorio, dando il nostro contribuito in termini di innovazione e ricerca», dice. Porte aperte al dialogo dall’assessore comunale alla Mobilità Renato Boraso che ha però segnalato la necessità di ottenere il via libera della Soprintendenza al ponte ciclopedonale a ridosso dell’area vincolata di Forte Marghera, in direzione dei campi di atletica e del grande parco di San Giuliano, collegato a Venezia via tram. E servono i finanziamenti. L’Università intanto progetta la nuova residenza studentesca da 150 posti, sempre alla fine di via Torino.
Treni per Venezia. Sul lato di Marghera, altri progetti si muovono. Comune e Rfi vogliono la stazione Sfmr di Porto Marghera a servizio di università e Vega, dove lavorano almeno tremila persone. Per finanziarla si vogliono utilizzare i fondi Pon Metro per le città metropolitane.
Ciclabile. Per metà ottobre si conoscerà il nome della impresa che realizzerà il secondo tratto (dal Vega ai Pili) della pista ciclabile tra Mestre e Venezia, la grande assente. Importo, un milione di euro. In via di ripristino la passerella a sbalzo danneggiata dal maltempo lo scorso giugno.
Tedeschi in via Ca’ Marcello. Una fetta importante di cambiamento la assicurano gli investimenti privati, capaci, ha spiegato Boraso, di produrre benefici pubblici sul fronte di mobilità e arredo urbano. L’intervento per 1.800 nuove stanze con quattro edifici di dieci piani per due alberghi a 5 stelle, un ostello e un apart-hotel in via Ca’ Marcello, vale 70 milioni di euro. È di 7 milioni il “peso” economico delle opere di urbanizzazione a carico dei privati che doteranno via Ca’ Marcello di marciapiedi, pista ciclabile, una piazza nell’area dell’ex Demont acquisita all’asta dal fondo tedesco Mtk. L’operazione consentirà di risanare un’area fortemente degradata. «Il via libera entro Natale. Avremo la pista ciclabile per andare dall’università alla stazione di Mestre», annuncia Boraso. I privati scalpitano: altri tedeschi, quelli della A&O hanno in corso i cantieri per l’ostello all’ex Vempa. L’architetto veneziano Luciano Parenti, che lavora al grande progetto di Mtk, mira ad avviare entro ottobre i cantieri da concludere entro settembre 2018. Ventiquattro i mesi di lavoro, 400 persone nel cantiere dove è già partita la bonifica bellica.
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