Biblioteche e archivi, 17 licenziamenti

Partite le lettere dalle cooperative per i dipendenti dei servizi, ieri chiusi per lo sciopero e la protesta: «Si salvi la cultura»
Di Mitia Chiarin
Presidio lavoratori di fronte alla biblioteca civica VEZ, Via Carducci Mestre,
Presidio lavoratori di fronte alla biblioteca civica VEZ, Via Carducci Mestre,

Si sono ritrovati quasi in quaranta sugli scalini di villa Erizzo, sede della biblioteca civica di Mestre, per lo sciopero indetto dalla Filcams Cgil dalle 9 alle 17 del personale degli appalti di biblioteche e archivi del Comune di Venezia. Al presidio sono state raccolte firme anche tra studenti e frequentatori contro i tagli decisi dalla gestione commissariale e il licenziamento di 17 dipendenti delle cooperative.

In mattinata la protesta è arrivata anche in piazza Ferretto con il corteo di lavoratori delle cooperative, dipendenti comunali, sindacalisti Filcams e Funzione Pubblica Cgil e componente “Sindacato altro”.

Un corteo rumoroso, per salvare «la cultura, che è parte integrante dell’economia di Venezia». Oltre alla biblioteca civica di Mestre e la biblioteca regionale di villa Settembrini, questi addetti operano all’Archivio Storico di Venezia (Celestia) e di Mestre (Pertini) e alla biblioteca Bettini. In tutti questi servizi ieri è scattato lo sciopero per il rischio di veder sospese le attività e le strutture sono rimaste chiuse: l’appalto scade il 30 giugno, la gara di rinnovo non è pronta e una proroga non è prevista. Conseguenza delle norme “capestro” che, in virtù di un resoconto di bilancio 2014 negativo, obbligano il Comune a sospendere i servizi non obbligatori. Cultura, compresa.

«Siamo impegnati ad approvare il bilancio entro questo mese e ad assicurare i fondi per una proroga al servizio finché non arriverà la nuova amministrazione», avverte il subcommissario Sergio Pomponio che ha incontrato i lavoratori pochi giorni fa. «Sono dei professionisti e ho spiegato che stiamo facendo il possibile», spiega Pomponio.

Resta il fatto che le cooperative (tra cui la Socioculturale), appena saputo del rischio sospensione, hanno fatto partire 17 lettere di preavviso di licenziamento. «Questi lavoratori prendono 5.30 euro l’ora, sono tutti laureati e specializzati ma a loro viene applicato il contratto multiservizi, lo stesso delle donne delle pulizie», denuncia Andrea Brignoli (Filcams). «Urge una proroga immediata», dicono Sergio Chiloiro e Ugo Agiollo (Funzione Pubblica). E la politica si mobilita. Il corteo ha ricevuto la visita di Felice Casson, candidato sindaco: «Per cultura e sociale serve una nuova politica di bilancio e nell’immediato va sollecitata la proroga dell’appalto per consentire poi alla nuova amministrazione di intervenire. Non possono incidere le scelte tecniche del commissario sulla vita dei lavoratori». Enrico Pellegrini del Pcl lo contesta: «Fai solo propaganda». Anche Luigi Brugnaro porta la sua solidarietà: «Come auspicato anche dal sindacato, sarebbe stato più saggio lasciare ogni decisione alla prossima amministrazione, mentre spiace constatare, ancora una volta, che in tempi di commissariamento vengono assunte scelte politiche. In questo modo si riduce il servizio offerto dalla Biblioteca a totale discapito dell’utenza» in una struttura da potenziare. «I tagli che si prospettano sono veramente preoccupanti», continua. Una interrogazione urgente è stata presentata in Regione da Pierangelo Pettenò (Venezia bene comune) chiedendo alla giunta Zaia di salvaguardare il sistema bibliotecario veneziano.

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