Rischio sfratto per i profughi ucraini ospitati a Bibione
Senza soluzioni abitative una trentina di sfollati ucraini a Bibione che rischiano lo sfratto entro il 31 gennaio. Il Comune e le associazioni cercano alternative
Richieste di aiuto accorate all’Ater e alla Conferenza dei Sindaci: va trovata una soluzione abitativa e al momento non ci sono case a disposizione. Diventa sempre più drammatica la situazione della trentina di sfollati ucraini che entro il 31 gennaio prossimo devono lasciare gli appartamenti dell’ex Centro Italiano Femminile di Bibione Pineda.
La vicenda
L’avviso di sfratto, reso noto da un’interrogazione di Italia Viva al Parlamento italiano ai primi di novembre, è arrivato almeno 4 mesi prima della data fissata: il proprietario degli immobili ha deciso di riqualificare l’area, abbattendo i vecchi stabili ed edificandone di nuovi, per scopi turistici.
Le associazioni che sostengono i profughi nella vertenza da mesi si stanno dando da fare e hanno incassato almeno un punto a loro favore.
Dopo un vertice tra la Prefettura di Venezia e il Comune di San Michele, la stessa amministrazione sanmichelina ha preso a cuore l’impegno di trovare e, in caso positivo, mettere a disposizione degli immobili. Al momento il sondaggio prosegue.
La posizione di Ater
L’Ater avrebbe anche dato una risposta, negativa, ma gli sfollati hanno nuovamente proposto la richiesta di avere case popolari.
«Ater e Regione del Veneto, dopo un rimpallo delle competenze tra assessorati, non hanno dato cenno di riscontro al momento, mentre la Protezione Civile ha scritto di non avere alloggi disponibili. Tra poco più di un mese gli sfollati rischiano di trovarsi senza un tetto sopra la loro testa» ammonisce il portavoce di Migranti Onlus Roberto Soncin «confido anche nei singoli comuni, tra cui quello friulano di Latisana. Purché siano vicini a Bibione».
Le esigenze degli ucraini sono diverse: alcuni frequentano le scuole di Bibione e di Portogruaro; altri lavorano sempre nel bibionese, altri ancora (il numero è indefinito) si sottopongono a cure per problemi di salute. In almeno un caso si registrano viaggi al Cro di Aviano per cure oncologiche.
Gli alloggi
Sembra che in tutto il territorio non vi siano alloggi da prendere in affitto. «Una situazione paradossale» conclude Soncin «non si trovano 4-5 appartamenti da affittare a fronte di migliaia di alloggi inutilizzati, tra cui almeno 50 appartamenti dello Stato lasciati a marcire e altre decine dell’Ater chiusi. E poi si parla di combattere il progressivo declino della popolazione residente».
Intanto, per ringraziare le tante persone che li hanno aiutati durante la loro permanenza a Bibione, dove non sono mancati i giorni difficili, gli sfollati hanno organizzato una cena a base di specialità ucraine, al Bar al Giovane di Bibione in programma oggi, festa di San Nicola, il “Babbo Natale” dei paesi dell’Europa Orientale.
L’appuntamento è per le ore 19. San Nicola arriva alle 20 e porterà i regali ai bambini.
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia