Bevilacqua, infuria la polemica
Fanno già discutere le nuove nomine dei consiglieri di amministrazione della Fondazione Bevilacqua La Masa decise dal sindaco Luigi Brugnaro perché, al di là dei profili professionali dei tre prescelti a essere messe in discussione sono le competenze specifiche nel campo dell’arte contemporanea, proprio quelle che erano richieste anche nel documento che accompagnava a petizione che aveva raccolta più di duemila firme - tra cui molti esponenti del mondo artistico e culturale non solo veneziano - quando sembrava che il Comune avesse deciso di abolire l’istituzione mettendola alle dipendenze di un ufficio comunale.
I tre prescelti sono il professor Bruno Bernardi docente a Ca’ Foscari e presidente del Corso Magistrale in Economia e Gestione delle Arti, il più “gettonato” per la presidenza dell’istituzione. Valentina Farolfi, esperta di relazioni pubbliche e enogastronomia. E Roberto Zamberlan, per oltre trent’anni titolare della galleria d’arte Santo Stefano e già in corsa con la Lista Brugnaro per un posto di consigliere comunale. Laconico ma eloquente il capogruppo della Lista Brugnaro Maurizio Crovato, che si era battuto per salvare l’autonomia dell’istituzione destinata alla promozione dei giovani artisti del Triveneto. «Osservo solo che tra i curricula inviati al sindaco» commenta Crovato «c’era quello di un designer veneziano come Giorgio Camuffo, stimato in Italia e all’estero. Mi spiace non sia stato preso in considerazione».
Commenta anche il professor Nico Stringa, docente di Storia dell’Arte Contemporanea all’Università di Ca’ Foscari e dunque anche collega del professor Bernardi. «Mi auguro che il collega Bernardi» dichiara Stringa «che mi sembra il più indicato per la presidenza tra i consiglieri nominati, sappia circondarsi di quelle personalità con competenze nel campo dell’arte contemporanea indispensabili per il rilancio della Bevilacqua La Masa».
«I profili dei consiglieri scelti da Brugnaro per la Fondazione» commenta Nicola Pellicani, consigliere comunale del Pd «al di là delle loro capacità, non corrispondono certo a quelli di un’istituzione come la Bevilacqua La Masa che deve promuovere la giovane arte contemporanea. Nel caso di Zamberlan, poi, continua la sistematica ricollocazione da parte di Brugnaro di esponenti della sua lista che non erano riusciti a entrare in Consiglio comunale. Non capisco inoltre come si sia potuto ignorare un nome come quello di Giorgio Camuffo, oltretutto un veneziano». Anche Monica Sambo, consigliera del Pd, è sulla stessa linea: «Per fortuna i non eletti della lista Brugnaro stanno quasi terminando».
Anche Luca Pes, del Comitato Venezia C’è, che aveva raccolta le firme per la Bevilacqua precisa: «Quello che auspicavamo per la fondazione l’avevamo scritto chiaramente e il profilo dei nuovi consiglieri non corrisponde alle richieste che avevamo avanzato».
Enrico Tantucci
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