Bettin lancia la sfida: «Mitomani e cialtroni noi non smetteremo»
VENEZIA. Gli investigatori della Digos di Venezia proseguono gli accertamenti scientifici sulle pallottole e sugli scritti inviati prima al vicesindaco Sandro Simionato (una vecchia pallottola calibro 9 parabellum con un foglio con la scritta «okkio al teskio»), poi all’assessore Gianfranco Bettin (una calibro 45, una sua vecchia foto e una specie di volantino con l’invito finale a farsi gli affari propri). Infine, la lettera indirizzata allo studio legale Longo-Ghedini di Padova con quattro pallottole calibro 9, le foto di Pietro Longo e Niccolò Ghedini, parlamentari Forza Italia e la scritta «Ci siamo, ora tocca a voi». Tutte missive intercettate dal Centro meccanografico delle Poste italiane di Tessera. È troppo presto per dire se gli accertamenti potranno essere utili in modo da risalire a colui o, meglio, a coloro che hanno spedito le lettere, ma ogni pallottola ha un numero di serie e gli inquirenti non disperano di arrivarci.
Intanto, con un suo intervento l’assessore Bettin sfida «i probabili mitomani e cialtroni, o gli eventuali delinquenti, che in questi giorni infestano cassette postali e cronache», sostenendo che «non otterranno niente dal loro lavorio. Città e istituzioni reagiranno in ogni caso e li rimetteranno al loro posto, tra le immondizie (neanche riciclabili)». Dopo aver ringraziato gli inquirenti per il loro lavoro e tutti coloro che gli hanno inviato attestati di solidarietà Bettin scrive: «Colgo l’occasione per sottolineare che frasi attribuitemi, immagino per comodità, come “Ho denunciato”, “Ho rotto le scatole”, “Ho fatto”, vanno sempre lette al plurale: “ABBIAMO”. Il nostro è un lavoro di squadra, nell’amministrazione, e di rete, tra enti e servizi diversi, spesso insieme ad associazioni, comitati e cittadini. Questa è la vera forza della nostra città. Questo ci consente di continuare come sempre il nostro impegno. Così, ad esempio, - in rete e in squadra - abbiamo tolto di mezzo la gang cinese (e italiana) di via Piave e restituito alla città beni per milioni di euro.Così abbiamo denunciato e colpito molti reati ambientali. Così saremo il 12 febbraio a Caorle, con l’Osservatorio Ecomafie - Ambiente e Legalità (promosso dal Comune con Legambiente) a denunciare le infiltrazioni mafiose e la corruzione.Così abbiamo stilato un puntuale elenco dei covi di spaccio, racket e delinquenza di vario genere consegnato al Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza, che non comprende generici “abusivi” (le occupazioni nascono spesso dal bisogno irrisolto di una casa) bensì occupanti sia regolari che irregolari che svolgono attività criminali nel proprio alloggio, e locali pubblici (bar, osterie, sale giochi e scommesse) che di fatto sono centri di incontro e attività di questi delinquenti».
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