Berlusconi interdetto per 2 anni. I senatori veneti grillini: «Via il cavalierato»

Cappelletti ed Endrizzi «pungono» il ministro Zanonato: «È lui che deve dare il via alla procedura per la revoca dell’onoreficenza. Se non lo fa è omissione di atti d’ufficio»
Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, seduto ascolta gli interventi alla convention dei cofondatori del Pdl, oggi 9 aprile 2011, all'Auditorium di via della Conciliazione a Roma.''Ho giurato che nessuno dei fatti sul quale i magistrati hanno costruito i 31 processi che mi riguardano corrispondono a realta'. Alla fine ci sara' un giudice a Berlino. Non sono mai stato preoccupato''. Lo ha detto il premier al convegno del Pdl. ''Certo non fa bene all'immagine dell'Italia e del governo che il presidente del Consiglio abbia in casa la magistratura addosso per 31 processi. La sua immagine diventa peggiore di quella di Al Capone''. ANSA/CLAUDIO ONORATI
Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, seduto ascolta gli interventi alla convention dei cofondatori del Pdl, oggi 9 aprile 2011, all'Auditorium di via della Conciliazione a Roma.''Ho giurato che nessuno dei fatti sul quale i magistrati hanno costruito i 31 processi che mi riguardano corrispondono a realta'. Alla fine ci sara' un giudice a Berlino. Non sono mai stato preoccupato''. Lo ha detto il premier al convegno del Pdl. ''Certo non fa bene all'immagine dell'Italia e del governo che il presidente del Consiglio abbia in casa la magistratura addosso per 31 processi. La sua immagine diventa peggiore di quella di Al Capone''. ANSA/CLAUDIO ONORATI

VENEZIA. Zanonato tolga il titolo di «cavaliere» a Silvio Berlusconi. È l’appello dei due senatoi veneti del Movimento 5 Stelle: il padovano Enrico Cappelletti e il bellunese Giovanni Endrizzi. I due «grillini» hanno presentato un’interrogazione scritta al ministro dello sviluppo economico. «La revoca del cavalierato di Silvio Berlusconi è nodo importante da sciogliere perché, in caso di mancato intervento, si prefigurerebbe il reato di omissione dolosa di atti d'ufficio», spiegano i due senatori.

Il 17 settembre del 2010 Callisto Tanzi perse il titolo di Cavaliere del Lavoro. Giorgio Napolitano gli revocò il cavalierato per «indegnità», dopo il crac Parmalat e a seguito di cinque patteggiamenti ed una condanna in secondo grado. Come prescriveva e prescrive la legge n° 178 del 3 marzo 1951, su richiesta del ministro dello Sviluppo Economico, il Capo dello Stato deve revocare l'onorificenza a chi non abbia tenuto «una specchiata condotta civile e sociale».

Oggi dunque è Zanonato che deve dare il via alla procedura per la revoca del «cavalierato». «Ora è il momento di Zanonato che, da quanto si apprende dalla stampa, non è intenzionato ad attivare le procedure per la revoca dell'onorificenza - sottolineano i due senatori dell’M5S - Zanonato è lo stesso parlamentare che si scaglia contro Renzi, reo di non essere d'accordo con l'amnistia/indulto salva Berlusconi; é anche lo stesso che, sulla ineleggibilità di Berlusconi per la famosa legge del 1957, afferma sicuro a “Il Fatto Quotidiano” il 2 maggio scorso:"Sono gli elettori, non le norme a stabilire se uno è ineleggibile o meno." Per Zanonato evidentemente, quando c'è di mezzo il cavaliere, le leggi sono un dettaglio».

Interdizione rideterminata a due anni. La Corte d’Appello di Milano, chiamata dalla Cassazione a rideterminare la pena accessoria per Silvio Berlusconi nell’ambito del processo Mediaset, conclusosi in via definitiva con la condanna a 4 anni per frode fiscale (ridotti a 1 per effetto dell’indulto), ha stabilito in 2 l’interdizione dai pubblici uffici per l’ex premier. Accolta in pieno, dunque, la richiesta dell'avvocato generale Laura Bertolè Viale. I giudici, che depositeranno le loro motivazioni entro 15 giorni, nel riquantificare l'interdizione hanno ridotto di un anno il massimo della pena prevista dalla legge speciale relativa ai reati fiscali.

In primo e secondo grado il Cavaliere, oltre ai quattro anni di carcere per frode fiscale, si era visto infliggere 5 anni di pena accessoria in quanto era stata applicata la legge ordinaria. Ma lo scorso primo agosto la Cassazione, pur avendo confermato la pena principale, aveva rinviato alla Corte d' Appello il procedimento solo per la parte relativa alla rideterminazione della pena accessoria, ritenendo appunto si dovesse applicare la legge speciale

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