Beni sequestrati a Pan “scossa” del Tribunale
C’è voluta una lettera in cui l’avvocato Silvia Girotto, per conto del Tribunale, accusava dieci giorni fa l’amministrazione comunale di essere inadempiente. E ancora, ieri, il presidente Angelo Risi ha firmato un comunicato che iniziava con queste parole: «Gli organi dell’amministrazione giudiziaria, dopo aver messo in mora in più occasioni l’amministrazione comunale, non avendo la stessa rispettato i termini concordati». Al centro la vicenda degli immobili sequestrati dall’autorità giudiziaria al «re di via Piave», l’imprenditore cinese Keke Pan, beni che dovrebbero finire al Comune. L’accordo, però, avrebbe dovuto essere firmato a settembre, ma c’era stato un rinvio e da allora, nonostante le sollecitazioni giunte dal palazzo di giustizia, nessuno da Ca’ Farsetti si era fatto vivo. Solo silenzio, tanto che nella missiva dell’avvocato Girotto si annunciava addirittura la possibilità di un’azione giudiziaria di responsabilità.
Ieri, però, la situazione sembra essersi sbloccata, nel comunicato del Tribunale, infatti, si legge: «Premesso che non è stato ancora firmato alcun accordo, gli organi dell’amministrazione giudiziaria prendono atto finalmente della manifestazione di volontà dell’amministrazione comunale di definire la conduzione degli immobili alle condizioni già concordate con il Tribunale». La nota termina, comunicando che è fissato per il 24 gennaio prossimo, alle 13,30, l’incontro tra le parti per «la formalizzazione dell’impegno».
Il vicesindaco Sandro Simionato di fatto ammette di non aver dato alcuna risposta ai magistrati, ma sostiene di aver spiegato che nel corso del 2013 il Comune, a causa della spending review, non poteva acquistare o affittare immobili, insomma aumentare le spese dell’amministrazione. «In bilancio erano già previste le cifre necessarie, ma non abbiamo potuto fare nulla a causa della legge sulla spesa. Adesso, invece, si può fare» sostiene. Negli uffici giudiziari chiariscono che nessuno ha spiegato nulla in questi mesi trascorsi da settembre, comunque tirano un sospiro di sollievo visto che un vero patrimonio immobiliare, quello di via Piave, finisce nelle mani pubbliche. La speranza è che il passaggio di mano degli immobili aiuti a trasformare quell’area di via Piave accanto alla stazione ferroviaria .
Per quanto riguarda il procedimento penale, infine, la prossima udienza è fissata davanti al giudice Massimo Vicinanza per il 6 febbraio: alcuni degli imputati, tra cui il protagonista principale di questa indagine della Guardia di finanza, hanno chiesto di essere processati con il rito abbreviato senza finire in aula davanti alla Corte d’assise. Altri ancora puntano all’accordo con i pm Roberto Terzo e Walter Ignazitto per patteggiare la pena.
Giorgio Cecchetti
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