Beni del terzetto, congelato un milione

Omicidio Noventa. Mossa del gup per evitare che possano essere messi al riparo dalle pretese delle parti civili (2,5 milioni)
Di Cristina Genesin

PADOVA. Sequestro conservativo sui beni dei fratelli Freddy e Debora Sorgato e della complice, Manuela Cacco, per il valore di un milione di euro. Beni congelati – fino a quell’ammontare – per evitare che possano essere venduti, fatti sparire e messi al riparo dalle pretese delle parti civili, i familiari di Isabella Noventa, la segretaria di Albignasego uccisa e mai ritrovata la notte tra il 15 e il 16 gennaio 2016. Parti civili che hanno presentato una richiesta di risarcimento per 2 milioni e 100 mila euro (la madre Ofelia, il fratello Paolo e la cognata oltre alle due nipoti) e 400 mila euro (l’ex marito nonché amico da una vita di Isabella, Piero Gasparini).

Sequestro in solido. Il provvedimento è stato firmato dal gup Tecla Cesaro e, ieri, tramesso ai difensori degli imputati come ai legali di parte civile (gli avvocati Ernesto De Toni e Gian Mario Balduin) che avevano presentato l’istanza discussa nell’udienza preliminare del 3 febbraio scorso. Risultato: a brevissimo un ufficiale giudiziario provvederà all’esecuzione che è “in solido”. Il che significa che i beni più facilmente “aggredibili” saranno congelati e sottratti alla disponibilità del proprietario-imputato. Di fronte al timore di perdere la garanzia del credito, le parti civili possono chiedere una tutela immediata con questo provvedimento cautelare la cui esecuzione deve avvenire entro 30 giorni a cura dell’ufficiale giudiziario.

Beni ammessi e beni esclusi. Prevista dal giudice una selezione dei beni. Per quanto riguarda Debora vanno esclusi i beni vincolati (titoli e conti correnti intestati a lei in quanto in quanto genitore di un minore); per Freddy il sequestro è ammesso solo nella misura del 50% sui beni cointestati con la madre Dolores mentre per la società immobiliare Maison srl per le quote sociali (non per conti correnti e immobili intestati alla srl).

I motivi del provvedimento. Il giudice Cesaro sottolinea la gravità dei reati contestati ai tre. «Sussistono fondate ragioni per ritenere che, durante il tempo necessario per la conclusione del giudizio, i beni di proprietà degli imputati potrebbero essere sottratti alle ragioni di credito delle parti civili in quanto gli stessi (i Sorgato e Cacco), anche con la collaborazione di terzi, ben potrebbero disperdere e occultare il danaro sequestrato, quello depositato nei conti correnti e quello eventualmente ricavato dalla vendita di titoli, azioni e immobili».

Non a caso, scrive il gip quanto alla Cacco, «il suo patrimonio è inadeguato» ma ha ottenuto l’autorizzazione di incontrare in carcere un notaio per affidare una procura speciale al difensore (l’avvocato Alessandro Menegazzo) allo scopo di vendere la tabaccheria di Camponogara (l’edificio è intestato al padre, l’attività a lei anche se la licenza le è stata sospesa). «Debora non dispone di un patrimonio adeguato» si legge, «ma in colloqui in carcere con la madre manifesta la volontà di occultare i beni, come da conversazioni (intercettate) del 30 settembre». E il gip aggiunge: «Freddy ha rilasciato una procura alla madre...». Pur sottolineando che il camionista-ballerino aveva proposto alle parti civili una procura irrevocabile per consentire loro di vendere come ristoro la villetta di Noventa, palcoscenico del delitto, (stima 400 mila euro), il gup mette in luce altre intercettazioni in cui Freddy «fa riferimento alla possibilità di vendere i beni» e non per pagare i risarcimenti.

I patrimoni. Solo a Freddy sono intestati vari conti correnti (176 mila euro), 5 appartamenti e tutte le quote di Maison immobiliare; Debora risulta titolare di altri conti per 230 mila euro senza contare i 124 mila sequestrati nell'alloggio dell'ex compagno.

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