Bengalesi sfilano in corteo «Bloccate i baby bulli»
La comunità bengalese ha deciso: l’appuntamento è per domenica 26 aprile alle 17 alla stazione ferroviaria. Da qui il corteo percorrerà via Piave, raggiungerà via Carducci, si sposterà verso il centro Le Barche da dove poi virerà verso piazza Ferretto, dove probabilmente ci saranno alcuni interventi, la cui scaletta però non è ancora stata decisa. «Sarà una manifestazione pacifica e invitiamo le associazioni, i cittadini e tutti coloro che vorranno a partecipare assieme a noi», spiega Kamrul Syed, portavoce della comunità bengalese di Mestre, titolare di un internet point in via Piave. I bengalesi scendono in strada per chiedere più sicurezza, e per dire basta alle aggressioni subite negli ultimi mesi da parte di gruppi di giovani bulli. Insulti, pestaggi e rapine ai danni di giovani bengalesi che stanno esasperando gli animi dei membri della comunità, soprattutto i più giovani, parte dei quali in passato tentati dalla voglia di farsi giustizia da soli. Un rischio che i membri adulti della comunità vogliono evitare.
«Dobbiamo dare un segnale», aggiunge Syed, «ma dobbiamo farlo nei modi giusti, e lo faremo con la manifestazione, aperta a tutti quelli che vorranno partecipare perché la sicurezza riguarda tutti». Nei prossimi giorni saranno stampati dei volantini in lingua bengalese, e a metà della prossima settimana, probabilmente sempre attraverso dei volantini, ma in lingua italiana, saranno informati anche i residenti che abitano lungo il percorso della manifestazione, e in particolare i residenti del quartiere Piave. Per una buona riuscita della manifestazione la comunità bengalese sta cercando di diffondere in modo capillare le informazioni sulla marcia. Tra Venezia e Mestre abitano circa 8 mila bengalesi, di cui 5 mila residenti, la maggior parte dei quali a Marghera. Tra questi ce ne sono almeno 300 che negli ultimi anni hanno ottenuto la cittadinanza italiana. Tra Mestre e Marghera, dove la comunità è più numerosa, ci sono circa 200 adolescenti. Il portavoce è preoccupato soprattutto per loro. Dall'inizio dell'anno sono state almeno undici le aggressioni denunciate e note alla polizia, soprattutto in centro a Mestre. «Negli ultimi giorni non ce ne sono state altre, anche se alcune donne sono stati avvicinate e insultate», dice il portavoce della comunità, «con la manifestazione di domenica 26 vogliamo dire basta a tutto ciò, e tutti coloro che vorranno partecipare sono i benvenuti».
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