Benessere, Venezia seconda tra le città metropolitane
I politici impegnati nella campagna elettorale per il nuovo consiglio comunale di Venezia, ma anche per il rinnovo del consiglio regionale, farebbero bene ad aggiornarsi, studiandosi con parsimonia gli effettivi indici di benessere degli elettori a cui si rivolgono, piuttosto che restare ancorati ai dati economici classici (Pil, tasso di crescita, occupazione, fallimenti aziendali) sulla base dei quali si costruiscono le solite classifiche delle città più, o meno, vivibili e sviluppate.
Oramai da quasi cinque anni, Uniocamere del Veneto, la Camera di Commercio di Venezia e l’università di Ca’ Foscari hanno avviato, con molta lungimiranza, il progetto di ricerca intitolato “Oltre il Pil” che coinvolge anche un gruppo di imprenditori con l’obbiettivo di individuare le azioni che possono intraprendere i singoli attori (Enti locali, Camera di Commercio e imprese) per «migliorare la competitività dei territori, con riferimento a ognuno dei quattro pilastri di analisi del progetto che raggruppano le otto dimensioni: ambiente, salute, economia e società».
Così ieri, durante la presentazione del rapporto 2014 di “Oltre il Pil”, fatta dal segretario generale della Camera di Commercio di Venezia, Roberto Crosta e dal professore Serafino Pitingaro (responsabile Area Studi e Ricerche Unioncamere Veneto), nella graduatoria stilata in base al cosiddetto «Indice unico sintetico di benessere», la città metropolitana di Venezia guadagna quattro posizioni rispetto al precedente rilevamento, risalendo dal sesto al secondo posto, con un valore di 0,646, alle spalle della sola Firenze (0,673) e davanti a Milano (0,644), Bologna (0,632), Genova (0,625), Torino (0,558), Messina (0,544), Roma (0,543), Cagliari (0,528) e Bari (0,469), per restare nella top ten. Venezia conferma il quarto posto nell’ambito economico (il benessere materiale) e la quinta posizione nell’ambito del lavoro, ma migliora le performance in tutte le altre dimensioni: balza addirittura al primo posto nei rapporti personali e sociali e al terzo sulla salute e approda alla quinta posizione nell’ambiente, soprattutto a causa delle alte concentrazioni di polveri sottili (Pm10) nell’aria, mentre sulla sicurezza e la salute dei cittadini persiste «un incremento della microcriminalità (furti) e un’alta mortalità per incidenti stradali e tumori». Anche sul capitolo relativo all’istruzione e all’uso del tempo Venezia, la provincia del Veneto con il minor numero di laureati, resta indietro rispetto a Roma, Bologna e Milano.
Nella classifica del benessere nelle 13 province del Triveneto (Veneto, Friuli, Trentino), la città metropolitana di Venezia, con un valore di 0,644, è precipitata nel 2014 al nono posto.
A conferma delle risultanze per regione, la classifica provinciale è guidata nettamente dalle due province del Trentino Alto Adige, Trento e Bolzano, con un valore, rispettivamente, di 0,818 e 0,804. Terza, e prima provincia del Veneto, è Verona con 0,730 punti, seguita da Belluno con 0,721, Padova con 0,714, Vicenza con 0,710, Treviso con 0,658 e Venezia con 0,644. Rovigo, con un valore pari a 0,579, chiude la classifica, alle spalle anche delle altre tre province friulane.
«Il progetto “Oltre il Pil”», ha spiegato ieri il segretario generale Roberto Crosta, «come riconoscono gli stessi imprenditori che si sono resi disponibili a ragionare e a dare il loro contributo, si sta rivelando particolarmente interessante per individuare nuovi fattori di competitività e di rilancio del nostro sistema economico, non solo per aumentare le nostre esportazioni, ma anche per migliorare sostanzialmente il benessere nel nostro territorio».
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