Beffati i precari: Brunetta si è sposato di notte

Ravello: i manifestanti lo attendevano a Villa Rufolo, ma il ministro veneziano aveva già detto sì a Titti la sera prima
RAVELLO. L'ultima beffa al popolo dei precari, il ministro della Funzione pubblica Renato Brunetta non l'ha risparmiata neppure nel giorno delle sue nozze a Ravello con l'interior design Titti Giovannoni. In corner, temendo la protesta degli "indignados" battezzati come "l'Italia peggiore", ha anticipato il fatidico "sì" dribblando i manifestanti che lo attendevano in piazza Vescovado, a una manciata di passi da Villa Rufolo, dove l'ex sindaco e consulente del ministro, Secondo Amalfitano, avrebbe dovuto officiare alle 19.30 il rito civile.


E dove, forse in un ulteriore tentativo di depistaggio, era stato spedito anche il governatore della Campania Stefano Caldoro. Invece Brunetta e consorte erano già al "sicuro", nel lussuoso albergo Caruso, teatro della cena buffet curata dallo chef Mimmo Di Raffaele e dal pasticciere Salvatore De Riso. Le nozze erano state già celebrate dopo la mezzanotte di sabato, alla presenza di pochi intimi, nella cappella della Villa medievale.


La mossa era nell'aria: i "rumors" davano i fiori d'arancio con oltre 24 ore di anticipo rispetto al programma, per evitare le contestazioni organizzate attraverso i social network. Un'ipotesi suffragata dal fatto che la coppia si trovasse già sabato nella città della musica, insieme al ministro Gelmini. In serata il blitz: intorno alle 20 si è diffusa la notizia che a Villa Rufolo non avrebbe messo piede nessuno. La piazza non ha apprezzato, urlando la propria rabbia al grido di «Siamo l'Italia peggiore, abbiamo un sogno nel cuore, Brunetta a San Vittore».


A rendere rovente il centro della costiera amalfitana, i precari del Cobas, Verdi, l'associazione Assud, cassintegrati della Irisbus di Flumeri (in settecento rischiano il posto), i comitati di Terzigno (che hanno decorato sacchi di immondizia con le foto dell'esecutivo) e poliziotti riuniti sotto la sigla sindacale Coisp che hanno esposto le sagome di tre agenti in divisa accoltellati, con la scritta: "ci hanno pugnalato alle spalle". La protesta è andata avanti a suon di cori («Brunetta fannullone», «Renato Renato Renato, noi siamo qui anche se non ci hai invitato»), striscioni, bandiere rosse e maglie arancio con una scritta più che eloquente, "Jatevenne", in dialetto "Andate via". Momenti di tensione si sono registrati anche all'arrivo del presidente della Provincia di Salerno Edmondo Cirielli. Invitato ad andarsene, l'esponente del Pdl ha risposto con un gesto che non è piaciuto ai manifestanti, guardati a vista da decine di forze dell'ordine.


Tammorre e slogan si sono avvicinati in serata al blindatissimo hotel Caruso, di fronte a tanti turisti giapponesi che si sono uniti alla protesta. Ad immortalare la sposa, in abito Versace e lo sposo in panciotto, gli scatti in esclusiva di "Chi": il ricavato sarà devoluto a "I bambini del sorriso". A brindare, tra gli altri, Cicchitto, Sacconi (testimoni di Brunetta), Schifani, Alfano, Gelmini e Carfagna. All'appello mancavano il premier e Tremonti, che dopo aver dato del "cretino" al ministro, non figurava tra gli invitati. Sabato nuovi festeggiamenti all'Open Colonna di Roma, terrazza pronta ad accogliere trecento invitati. E, forse, un secondo sit-in degli anti-Brunetta.

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