Bebe Vio diventa la regina di Jesolo «Una spiaggia mia»

Accoglienza trionfale per la campionessa paralimpica a cui è stato dedicato un tratto del lungomare delle stelle  
COLUCCI - DINO TOMMASELLA - JESOLO - ARRIVO BEBE VIO IN SIDECAR E ACCOGLIENZA FRA LA FOLLA
COLUCCI - DINO TOMMASELLA - JESOLO - ARRIVO BEBE VIO IN SIDECAR E ACCOGLIENZA FRA LA FOLLA
JESOLO. «Ho una spiaggia tutta per me». È arrivata in sella a un sidecar, Bebe Vio ieri al lido di Jesolo accolta dall’abbraccio di una città per l’intitolazione del Lungomare delle Stelle. Non poteva essere un esordio diverso per la campionessa che ha commosso il mondo. Alla spiaggia di Nemo, quella che accoglie i disabili e senza barriere, è stata scoperta la targa con la dedica alla campionessa paralimpica di scherma a Rio de Janeiro. Un grande applauso ha sottolineato questo momento in una spiaggia invasa dai turisti oltre che i tanti sostenitori della giovane e sempre sorridente Bebe.


E come poteva commentare questa iniziativa una come Bebe? «Che figata», ha esclamato la campionessa che ha cenato e scattato un selfie con il presidente degli Usa Obama, «non ci credo che adesso ho una spiaggia tutta per me». Capelli platinati, canottiera e jeans, Bebe è stata come sempre molto vicina al suo “popolo”. Tante famiglie e soprattutto bambini che hanno fatto la fila per un autografo e una foto con il telefonino, affascinati dalla quella carica che solo lei riesce a dare, segnata negli arti e la pelle, ma incredibilmente bella e affascinante. E poi è salito sul palco con lei l’artista Luca Moretto, anche lui senza una gamba e con una protesi a causa di un incidente stradale, le ha donato un’opera a nome della città di Jesolo, un bel quadro a tinte forti e colori caldi.


Bebe ha parlato anche della sua associazione “Art4 sport”, quindi dei giochi senza barriere disputati a Roma che potrebbero essere un giorno organizzati, perché no, proprio a Jesolo. Un’idea per raccogliere fondi da devolvere alla sua associazione a favore dei disabili nello sport. «Non aspettate di fare ciò che vi sentite di fare», ha consigliati ai tanti ragazzi Bebe, «dovete crederci e farlo sempre. Quando mi sono ammalata, mi sono detta: io non sono la mia malattia e la mia vita continuerà dopo i 104 giorni di ospedale».


Di strada ne ha fatta Bebe, pur con le sue inseparabili protesi che indossa con i tacchi, quando partecipa a qualche serata elegante, e che ieri le hanno permesso anche un insolito calco, come da tradizione per il lungomare delle stelle, e la firma sul cemento fresco. La serata di Bebe a Jesolo è proseguita dunque all’Aqualandia. Ha così festeggiato con la famiglia e gli amici l’oro di Rio che ancora non era stato brindato come si deve. Lo ha fatto a Jesolo in occasione di questa intitolazione che entrerà nella storia della manifestazione, voluta fortemente dall’assessore Daniela Donadello. Non aveva infatti avuto il tempo di organizzare una vera festa e questa è stata l’occasione migliore, alla corte del patron Luciano Pareschi, che l’ha accolta tra flash e telecamere tra le sue piscine e gli scivoli. E la festa è continuata poi al Vanilla Club, la discoteca a fianco del parco acquatico, per l’occasione dedicata interamente alla festa di Bebe.


Giovanni Cagnassi


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