Battaglia sui porti tra Venezia e Trieste
MARGHERA. Il 2015 ha segnato per il porto di Venezia non solo il superamento, per la prima volta, della soglia dei 500 mila Teu di container: c’è anche il sorpasso - anche se di poco - dei traffici di container del porto di Venezia. Un sorpasso che ha finito per alimentare la storica concorrenza tra i due maggiori porti - Venezia e Trieste - dell’Alto Adriatico, che devono fare i conti anche con i vicini porti di Capodistria e Ravenna e con il progetto del porto Off-shore/On-shore al largo di Venezia.
«Trieste si conferma primo porto d'Italia nel 2015 per volumi complessivi con 57,1 milioni tonnellate di merce movimentata a fronte dei 25 milioni del porto di Venezia», ha osservato il commissario dell’Autorità Portuale di Trieste, Zeno D’Agostino, «se poi si traducono il Teu equivalenti tutte le unità di carico movimentate sui traghetti Roi/Ro che trasportano anche camion carichi di merci e si sommano ai container, si arriva a 1.178.783 Teu lavorati nel 2015», ovvero più del doppio dei Teu (traghetti compresi) movimentati a Venezia. Del resto, Trieste ha un traffico di traghetti Ro-Ro particolarmente fiorente con la Turchia, oltre ad altri collegamenti sia con la Grecia che con l’Albania. La battaglia dunque continua e Venezia fa notare che «la grande compagnie di armatori Ocean Three, utilizza portacontainer di meno di 300 metri che è il massimo consentito a Venezia e ha recentemente inserito anche il porto lagunare nelle sue rotazioni, il che prima non accadeva e di conseguenza i volumi a Venezia sono subito cresciuti. Senza contare che da solo il terminal petrolifero della Siot a Trieste totalizza i due terzi della merce movimentata dall'intero scalo, mentre a Venezia il traffico petrolifero (raffinati e olio di palma) rappresenta meno di un terzo dei traffici totali dello scalo lagunare, che totalizza risultati considerevoli, oltre che nei container, anche in altri settori merceologici come le rinfuse solide e liquide e general cargo.
«La piattaforma Off-shore di Venezia», osserva il deputato del Pd, Davide Zoggia, intenzionato a spingere i porti dell’Alto Adriatico a fare gioco di squadra, «rappresenta quello sviluppo portuale che giustifica in un periodo lungo gli investimenti che interessano i porti di Trieste e Ravenna perché consentirebbe di fare un salto di qualità: abbandonare una volta per tutte gli interessi locali per affrontare uniti, senza conflittualità, la sfida globale, ovvero conquistare nuovi traffici». «La crescita dei traffici, soprattutto di container» aggiunge Zoggia «dimostrano che il porto di Venezia è sempre più cruciale per l'economia marittima dell’Alto Adriatico ed è un’eccezionale occasione per intercettare i traffici mondiali. I benefici di una grande infrastruttura, come l’Off-shore, ricadrebbero non solo a Venezia ma anche sull’economia e sull'indotto occupazionale dell'intero Nordest e del sistema Paese».
«Ma se in modo presuntuoso Venezia e Trieste volessero essere degli hub solitari» conclude Zoggia «si dovrebbe ripiegare su obiettivi modesti e perdere l’occasione storica di far diventare l’area Adriatica di primaria importanza per i traffici marittimi europei ed internazionali».
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