Basta una “capa” sottomisura e c’è il procedimento penale
Una volta era il dieci per cento. Questa percentuale era la tolleranza che la legge italiana stabiliva per gli esemplari sotto-misura presenti nel pescato. La norma serviva, come si comprende facilmente, a salvaguardare gli stock ittici, dal momento che pescare gli esemplari giovanili, prima che siano in grado di riprodursi, pregiudica fortemente le capacità di sopravvivenza della specie. Ma l'eccezione voleva tenere conto del fatto che non si possono misurare i singoli esemplari mentre si pesca e anche il vaglio meccanico in uso sulle vongolare non può essere esente da errori.
Da questa porta stretta, però, passava quasi ogni violazione perché il “10% del pescato” è misurabile solo al momento della pesca mentre, in qualsiasi altro passaggio della distribuzione, quando il “pescato” viene disperso nei mille rivoli del commercio, diventa impossibile stabilire la quantità iniziale e il conseguente 10% ammissibile. I processi finivano, quasi sempre, con l'assoluzione del presunto reo e la norma era inefficace. Ma la tolleranza zero, imposta dalla legislazione Ue, da qualche anno, ha creato un altro problema: la punibilità del pescatore (ma anche del trasportatore, del grossista, del rivenditore, dell'acquirente) con la presenza di un solo esemplare sotto misura. E non si tratta solo dei 4000 euro di multa, ma anche dei punti sulla licenza e del procedimento penale che segue.
Un danno che, per i commercianti in particolare, si riflette anche sull'immagine dell'azienda. «Alcuni grossi clienti» dice Michele Boscolo Marchi presidente del Cogevo di Chioggia «hanno già tolto le vongole di mare dai loro listini, proprio per non essere considerati “delinquenti”. Invece noi pescatori veniamo bollati come fuori legge, quando non facciamo altro che il nostro lavoro». (d.deg.)
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