Basta sceriffi contro le prostitute
MOGLIANO. Emergenza prostituzione: ora i sindaci della bassa gettano a terra la stella da sceriffi e puntano sul gioco di squadra.
Si è svolto ieri pomeriggio a Preganziol il primo tavolo congiunto formato da Carola Arena, sindaco di Mogliano, Miriam Giuriati di Casier e Paolo Galeano, sindaco di Preganziol, promotore dell'iniziativa. L'obiettivo di questo nuovo percorso è quello di affrontare il fenomeno della prostituzione con un approccio diverso rispetto alle amministrazioni precedenti.
L’asta del Terraglio di notte continua ormai da anni a trasformarsi in un bordello a cielo aperto lungo 15 chilometri, da Treviso a Mestre: “Lucciolandia”, qualcuno la chiama anche così. I nuovi sindaci di centro sinistra, in particolare Mogliano e Preganziol, hanno deciso di prendere la questione di petto. Il primo passo consiste nel recuperare il vuoto di conoscenza sugli aspetti più concreti di questo fenomeno che per loro stessa ammissione risulta «complesso» e «ingestibile». All'incontro hanno partecipato le operatrici della cooperativa Equality e dell'associazione Mimosa, persone, spesso volontarie, che stanno in prima linea lavorando in strada con l'obiettivo di contattare e liberare le vittime dallo sfruttamento delle organizzazioni criminali. «Vogliamo portare avanti un percorso che vada oltre alle dichiarazioni della campagna elettorale» esordisce Paolo Galeano «questo fenomeno caratterizza l'asse del Terraglio, va affrontato non più da sceriffi, pensando solo alla sicurezza e al decoro, ma anche riflettendo sulle vicende umane, che non ci lasciano indifferenti, e ponendo la giusta attenzione nei loro confronti». All'incontro partecipa anche il parroco don Fabio Bergamin che, arrivato da pochi mesi a Sanbughè dopo un lunga esperienza da missionario in Ciad, si dice sorpreso dei silenzi della popolazione locale: «Sul problema della prostituzione c'è un'indifferenza capillare e distruttiva» commenta «la gente fa finta che non esista, questo aspetto mi ha ferito, penso che la comunità cristiana si debba interrogare, porsi delle domande e avviare cammini di liberazione». Ai piani alti dei municipi della bassa, dunque, l'aria è cambiata. Lo sottolinea anche il sindaco di Mogliano, Carola Arena: «Ci sono stati approcci del tutto superficiali da parte di chi ci ha preceduto, ponendo la questione solo in termini di sicurezza» commenta «non vogliamo continuare a spostare il fenomeno da un comune all'altro. È indispensabile dare una risposta in maniera coordinata». «Anche Casier, se pur per un piccolo tratto, è coinvolto» commenta Miriam Giuriati «ci preoccupa in maniera particolare la giovane età di queste ragazze». Ma quali sono le vere dimensioni del fenomeno? «In Italia le stime parlano di 9milioni di clienti» spiega Barbara Maculan presidente dell'associazione Mimosa «considerando la popolazione sessualmente attiva significa che un maschio su tre è cliente. In Veneto la prostituzione su strada riguarda soprattutto i capoluoghi di Treviso, Padova e Venezia. A livello regionale le ragazze che abbiamo contattato in tutto il 2013 sono 1.519. Il nostro approccio è quello relativo alla “riduzione del danno”» spiega «contattiamo le vittime di questo sfruttamento, diamo loro informazioni e promuoviamo visite mediche, legate alle malattie sessualmente trasmissibili e all'ambito ginecologico».
Vengono promossi esami, in forma gratuita e anonima, al dipartimento di prevenzione dell'Ulss 9 di Treviso. Da qui è possibile innescare forme di emancipazione dallo sfruttamento, con l'ausilio di figure professionali e strutture protette. Le operatrici sono impegnate due sere al mese sul Terraglio e altrettanto a nord di Treviso sulla Pontebbana: nei primi 9 mesi del 2014 hanno contattato 196 prostitute. Sono i numeri di una grande azienda, che solo con forze e investimenti di analoghe dimensioni può essere disarticolata. Ce la farà questa nuova squadra di sindaci? I vostri bilanci dispongono di risorse adeguate? La risposta, di Giuriati, per ora è evasiva: «Siamo qui per fare rete».
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