«Basta scempi al Lido». Tutti in corteo per protesta / FOTO

Duecento cittadini contro la vergogna del “buco” davanti all’ex Casinò Baratta non riceve i manifestanti: «Prendiamo atto che non vuole il confronto»

LIDO. Nessuna risposta da parte della Biennale alla richiesta di un incontro con le associazioni ambientaliste che ieri pomeriggio hanno manifestato contro il degrado del Lido. Il portavoce Salvatore Lihard si è detto a nome di tutti i manifestanti deluso: «Dopo l'ennesima richiesta di incontrare il presidente Paolo Baratta prendiamo atto che la voce dei cittadini non interessa alla Biennale che vuole solo colonizzare il Lido».

Il corteo, formato da circa 200 cittadini, è stato pacifico, ma si è fatto sentire con cori ("no agli scempi avventati", "giù le mani dal Lido", "tutti i politici nel buco"), fischietti e con un grande megafono. Così, in mezzo a palloncini colorati e a cartelli appesi al collo contro la cementificazione selvaggia, le associazioni hanno chiesto che il Lido non sia abbandonato. «La situazione del Lido parla da sola - hanno detto le lidensi Patrizia Bravetti, Elisabetta Cardoni e Gloria Correggiari - dalla devastazione ambientale fatta alle bocche di porto all'incapacità di gestire il verde. Abbattono gli alberi senza motivazione, ne piantano altri senza pensare a quali. Un esempio, i 17 tigli di 50 anni tagliati in via Duodo o i noccioli che perdono le noci e fanno scivolare. L'espropriazione di un bene pubblico come l'Ex Ospedale al mare e l'abbandono del Des Bains. A Malamocco hanno messo dei lampioni che impediscono alle ambulanze di passare in caso di urgenze. Chi sono le persone che approvano questi progetti? Il Lido non era così».

Le associazioni si sono trovate alle 18 di fronte al Billa del Gran Viale, per poi proseguire a piedi per il Lungomare Marconi e arrivare fino al buco. «Siamo sconfortati - hanno detto Sandro Donà e Bruna Regazzo, due manifestanti - amareggiati e arrabbiati. Da 5 anni si vanno abbattendo le particolarità del Lido: il Des Bains è stato sventrato e distrutto, le dighe hanno cancellato la vegetazione selvaggia. Gli alberi vengono tolti e piantati senza studiare quali mettere. Se andate da S.M. Elisabetta verso San Nicolò vedrete che due terzi di quelli piantati da poco sono già morti. Qui bisogna investire nella bellezza che c'è con un turismo eco compatibile».

Tra i partecipanti Lidia Fersuoch di Italia Nostra e Armando Danella, ex dirigente Legge Speciale, entrambi favorevoli a coprire il buco utilizzando gli strumenti offerti dal Piano Regolatore: «Purtroppo il problema del Lido è a monte - ha detto Danella - perché ha lasciato l'isola in mano ai privati». La soluzione? «Ci vuole un politico sensibile - ha detto Claudia Lepscky - io quando ero giovane ho manifestato con una bambina in mano e una in pancia con le femministe, ma ora mi domando che mondo stiamo lasciando ai giovani».

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