Basta prostitute in via Fratelli Bandiera

La lotta allo sfruttamento della prostituzione non si fa solo con la repressione ma è una battaglia che vede impegnati anche cittadini e enti pubblici per creare una rete utile alla prevenzione. Ieri, in Prefettura, è stato firmato il protocollo che impegna forze dell’ordine, Prefettura, Comune e magistratura a collaborare per contrastare questo crimine che spesso ne nasconde altri, altrettanto gravi. Un protocollo che esiste da anni e che puntualmente viene rinnovato proprio per la bontà dei risultati ottenuti.
Soddisfatti il sindaco Luigi Brugnaro che ha garantito la continuità del progetto messo in piedi dai servizi sociali del Comune - intende ampliarlo anche ad altri aspetti del degrado urbano - e il procuratore aggiunto Adelchi D’Ippolito. «L’impegno di oggi è la risposta in termini operativi per incrementare la lotta allo sfruttamento della prostituzione a cui sono legati anche altri crimini come l’immigrazione clandestina», ha detto il prefetto Domenico Cuttaia.
Gli ultimi dati sulla prostituzione a Venezia mostrano un fenomeno stabile. Martedì sera, come avvenuto in altre province del Veneto, gli operatori di strada del Comune sono usciti per censire le persone presenti e che si prostituiscono sulle strade cittadine. Tra prostitute, trans e ragazzi di strada, sono state censite sessantacinque persone. Sette di queste sul Terraglio, le restanti a Marghera tra via Fratelli Bandiera, via Ghega, via Cruto e via dell’Elettricità. La maggior parte sono di nazionalità bulgara (etnia rom), seguite da nigeriane. Il Comune punta ora a spostare anche le ultime prostitute che lavorano in via Fratelli Bandiera su strade dove il fenomeno non crei un forte impatto con i residenti.
«Il fenomeno della prostituzione è connesso alle attività delittuose, quali il favoreggiamento e lo sfruttamento, il favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e la tratta degli esseri umani con la riduzione in schiavitù, genera un particolare disagio nell'opinione pubblica ed una diminuzione della percezione generale della sicurezza», ha detto il prefetto Cuttaia. «Serve un approccio che favorisca la collaborazione tra azione sociale e azione di polizia giudiziaria, orientata ai diritti umani e al contrasto delle reti criminali, nel quadro di un approccio multidisciplinare. In questo contesto si colloca l’accordo odierno, il cui ambito operativo potrà essere esteso successivamente anche agli altri Comuni della provincia interessati dal fenomeno. E in questo la costituzione della Città metropolitana è importante», ha concluso Cuttaia.
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