«Basta morti da eroina indaghiamo senza sosta»
Il comandante Lunardo rilancia l’impegno dei carabinieri: «Otto morti sono una grande ferita per la città, abbiamo responsabilità verso le famiglie»
Agenzia Candussi, giornalista Morsego. Zona di spaccio in via monte san michele mestre
«Sentiamo la responsabilità di dare una risposta ai familiari delle otto vittime di droga. Queste morti sono una grande ferita per la città. Noi dobbiamo fare di tutto per dare una risposta a chi ha perso queste persone. E di conseguenza non solo abbiamo intensificato i controlli di prevenzione inventandoci nuovi stratagemmi d’intervento, ma siamo parecchio impegnati anche sul fronte delle indagini». Il colonnello Claudio Lunardo, comandante provinciale dei carabinieri ritorna sulle otto morti da overdose registrate nelle ultime settimane nella zona di Mestre. Persone tossicodipendenti stroncate da eroina troppo pura e a cui non erano abituate.
Quasi sicuramente si tratta della stessa partita di droga venduta quasi esclusivamente da un gruppo di nigeriani. Spacciatori che si stanno occupando del mercato dell’eroina non da molto, almeno sulla piazza di Mestre. Si tratta di spacciatori che cercano di soppiantare i pusher magrebini che da anni sono incontrastati principi dello spaccio mestrino.
Essendo loro stessi tossicodipendenti sanno confezionare le dosi da vendere. Conoscono gli effetti e non piazzano mai droga troppo pura anche per il rischio di perdere il cliente. Nessun spacciatore uccide il suo cliente. È come uccidere una gallina dalle uova d’oro.
È probabile che chi cerca spazio sul mercato metta in circolazione droga migliore - più pura - per acquisire clienti, Questi ultimi però non la sanno usare e pensano che abbia lo stesso grado di purezza di quella venduta dai soliti pusher e la usano tranquillamente. Ma a quanto pare per otto di loro il fisico non ha retto. La lettura delle morti però è collegata anche al fatto che di eroina in città negli ultimi mesi ne gira parecchia e per questo le dosi vengono confezionate con sostanza poco tagliata. Sta di fatto che dopo parecchi anni a Mestre si è ripreso a morire di eroina. Un fenomeno che le politiche sociali della “Riduzione del Danno” del Comune avevano contribuito a ridurre ai minimi termini soprattutto con l’informazione molto mirata nei confronti dei tossicodipendenti che avevano iniziato ad avere comportamenti utili a salvarsi e a far salvare gli amici con i quali si appartavano per il “buco”. A Mestre, già alla fine degli anni Novanta si parlava delle “stanze del consumo”, luoghi protetti dove i tossicodipendenti si potevano appartare per consumare la dose di sostanza. Progetto mai realizzato per opposizione di moltissimi. Sta di fatto che i tossicodipendenti sono tornati a morire di overdose.C’è poi il fenomeno dei nuovi tossicodipendenti, dei ragazzi che si sono avvicinati alla sostanza inalandola. Uno modo, forse, per non sentirsi tossicodipendente con le tracce della siringa sul corpo. Ragazzi che per mille motivi, anche per colpa dei tagli al sociale, sfuggono a qualsiasi rete di supporto.
Carlo Mion
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