«Basta furti, aggressioni e baby gang a Sant’Anna di Chioggia»

SANT’ANNA. Furti, aggressioni, baby gang, vandalismi e droga. È allarme sicurezza nella frazione e stavolta a dirlo non sono solo singoli residenti, ma il parroco, don Lorenzo Carnovik, che un mese e mezzo fa ha anche deciso di installare un impianto di videosorveglianza negli spazi esterni alla chiesa e alle opere parrocchiali. Don Lorenzo parla di una situazione non più tollerabile e di giovani, del posto, che stanno prendendo strade pericolose.
Il suo appello non è rivolto tanto alle forze dell’ordine, che già pattugliano di giorno e di notte le vie di Sant’Anna, ma ai residenti perché denuncino quello che vedono e alle famiglie perché non nascondano la testa sotto la sabbia. Se un parroco arriva a prendere carta e penna e a denunciare ai giornali la situazione significa davvero che la misura è colma. «Me lo hanno chiesto i miei paesani», spiega il sacerdote, «ormai non si contano più le case, i negozi, gli ambienti privati e non, che sono stati visitati dai ladri, anche con aggressioni, e non è stata risparmiata nemmeno la chiesa. Le forze dell’ordine fanno il possibile per arginare il fenomeno, eppure sta crescendo un senso grande di insicurezza, sempre più si stanno studiando strategie di autodifesa che preoccupano perché non si sa mai poi dove sfocino. Occorre pensarci per tempo prima che sia troppo tardi».
Don Lorenzo segnala in particolare due diversi problemi. Il primo riguarda l’abbandono di aree pubbliche che sono ormai terreno fertile per vandalismi e degrado: il sottopassaggio, la piazzetta e il parcheggio di via Bruno Maderna. «Il parcheggio», spiega il parroco, «è il luogo privilegiato di gente del posto e non per nascondersi, soprattutto di sera e di notte, dove succede di tutto tra spinelli e altro. È diventato il punto nascosto di ritrovo per le peggiori scorribande che non mancano poi di disturbare i residenti e la vicina scuola materna con atti di inciviltà. Inviterei chi di dovere a fare una passeggiata nel sottopassaggio: io ci ho provato una volta, consiglio di andarci con una mascherina, meglio ancora dopo aver preso tutte le precauzioni mediche e mai da soli». Il terzo luogo oggetto di strani ritrovi è la piazzetta della chiesa antica.
«Proprio questa settimana», spiega il sacerdote, «ho dovuto minacciare due giovani di chiamare i vigili per riuscire ad entrare in chiesa. Mi hanno risposto che non volevano spostarsi perché la chiesa è di tutti e loro potevano continuare a mangiare i panini e a lasciare le loro biciclette di traverso alla porta. A che cosa serve costruire servizi pubblici con i soldi dei cittadini (parcheggi, sottopassaggi, piazze e piazzette) se poi non solo vengono abbandonati, ma divengono addirittura siti pericolosi?». Se questo avviene nei luoghi pubblici, non va meglio nei dintorni della chiesa dove don Lorenzo ha installato alcune telecamere.
«Mi chiedo dove siano le famiglie», spiega il parroco, «guardando le immagini della videosorveglianza risulta evidente che, in giorni e fasce orarie precise, i più scalmanati e i devastatori maggiori sono minori dai 15 ai 17 anni (maschietti e femminucce), guidati da qualche maggiorenne. E, se li guardiamo bene in faccia, sono tutti qui residenti». Don Lorenzo parla di baby gang senza scrupoli.
«Capisco la difficoltà educativa e non voglio giudicare i genitori», continua, «ma serve una riflessione anche delle famiglie. Ad alcuni genitori, che forse sono convinti di avere degli angeli in casa, vorrei far vedere le riprese delle telecamere, che guardino in faccia e riconoscano i loro figli e l’atteggiamento da angeli che hanno quando sono in gruppo. Sono ancora minorenni e dimostrano il doppio degli anni. Vi si legge nel volto e negli occhi la realtà di una vita consumata, violata, distrutta».
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