Barriere e alberi mancanti. Passante: promessa verde incompiuta
Piante insufficienti per fermare rumore e polveri sottili lungo i 32 chilometri dell’A4. Il ricorso al Tar del Comune di Mirano: «Interventi realizzati solo in limitati tratti»
MESTRE. E pensare che, prima del Passante, dovevano arrivare gli alberi. Non era solo una promessa ma un impegno scritto nero su bianco nella relazione ministeriale che dava il via libera ai 32 chilometri tra Dolo e Quarto d’Altino per liberare “l’emergenza” - così venne definita - della tangenziale di Mestre. Gli alberi prima - era la logica - per mitigare gli effetti della nuova A4 in un’area densamente abitata. Le piantumazioni, invece, sono arrivate 5 anni dopo l’inaugurazione, e cioè nel 2013.
Gli alberelli di Vetrego. A guardare i tre alberelli striminziti che, sulla collinetta di Vetrego, dovrebbero fermare rumore e polveri sottili, Ivana Cagnin, del comitato locale, si infervora: «Non sono certo le barriere che ci erano state promesse e presentate». Serve a poco contare alberi e arbusti piantati lungo l’autostrada, quasi 15 mila alberi e 33 mila arbusti. Almeno un terzo sono morti. «Una percentuale fisiologica», secondo la Cav - società di gestione del Passante - che spiega però di averli sostituiti. Alla Fossa, tra Mirano e Spinea, dove il Passante passa a ridosso delle case, gli alberi sono morti quasi tutti. E gli alberi che sono sopravvissuti, sono così. «Striminziti, a essere buoni», dice Cagnin: «Cresce il traffico, cresce l’inquinamento. L’unica cosa che non cresce sono gli alberi».
Le barriere anti-rumore. Ci sono dove il Passante attraversa i centri abitati ma ci sono zone in cui i residenti le chiedono, senza però ottenere risposte. La zona di Luneo - tra Mirano e Spinea - per esempio. Dalle finestre del suo soggiorno, Gianni Corò, monitora la situazione del traffico. La sua è la prima casa sulla destra, allontanandosi dal Passante in direzione di Mirano. Saranno 150 metri. Non ci sono barriere - Cav sostiene che, essendo le case non a ridosso, non servirebbero - e non ci sono alberi. «È come stare in catena di montaggio», dice Corò, «Luneo è il simbolo delle promesse mancate». Nei giorni in cui tira vento da Est, il brusio di fondo raggiunge il centro di Salzano.
Il ricorso al Tar. Che qualcosa sia andato storto è fuori di dubbio anche per il Comune di Mirano, che per ottenere tutto ciò che gli spetta, in base all’accordo che era stato firmato in fase di realizzazione, ha bussato alle porte del Tar. «Allo stato attuale la fascia di mitigazione prevista risulta realizzata solo in limitati tratti del tracciato autostradale», si legge nel ricorso presentato dall’amministrazione in tribunale, «con tipologie di barriere fono-assorbenti per la quasi totalità sostanzialmente difformi dalle tipologie indicate nell’accordo».
Il parco di via Porara. A Mirano, nell’area compresa tra canale Taglio e via Porara, il Passante ha portato in dote un parco, con percorsi vita e area giochi per i bimbi, con vista sulle auto e i camion in transito. Il parco però è frequentato, anche perché mette in collegamento i percorsi di via Taglio e via Porara. Cav e Mirano stanno cercando un accordo per la gestione del parco. Cav si occuperebbe della manutenzione e del pagamento della bolletta elettrica dei lampioni, il Comune della gestione ordinaria, come lo svuotamento dei cestini e la piccola pulizia. «Chiaro però che, per essere davvero vissuto», osserva l’assessore all’Ambiente del Comune di Mirano, Giuseppe Salviato, arrivino molti più alberi con il progetto del Passante 2.0 che anche noi sosteniamo».
Le compentenze. Il problema delle competenze non riguarda solo il grande parco di Mirano, ma anche gli interventi più piccoli. Tra Spinea (via Rossini) e Mirano (via Villafranca) ad esempio, all’altezza del passaggio ciclo-pedonale, c’è una piccola discarica di amianto segnalata da due mesi, con il nastro bianco e rosso. «Abbiamo già telefonato al Comune tre volte», racconta un uomo mentre passeggia con il cane. A chi spetta intervenire? Per capirlo c’è voluto un po’, alla fine si è scoperto che spetta alla Città metropolitana, che però non si è ancora mossa. E poi, per sistemare la staccionata crollata nel fossato ormai da mesi, chi deve chiamare gli operai? L’intervento originario è di Cav, ma la competenza del Comune di Spinea il quale però, poiché non ha soldi per intervenire, si è rivolto a Cav. I comuni che hanno ereditato aree verdi o interventi di riqualificazione urbana, non hanno poi i soldi per la manutenzione. Con il rischio che nei prossimi anni, molti degli interventi vadano in malora. f.furlan@nuovavenezia.it
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