Barriere architettoniche un dossier a Cannaregio

Il circolo del Pd raccoglie una trentina di segnalazioni da iscritti e cittadini «Basterebbero interventi semplici e a costo zero per eliminare il problema»

Barriere architettoniche. Se ne parla spesso, ma poco si fa per abbatterle. Anche quando questo costerebbe davvero poco. Bastano due scalini, ad esempio, e l'assenza di una piccola rampa, per impedire l'accesso a un campo a un disabile. Come succede in campo Santa Fosca e alla Misericordia, in campiello Testori a Cannaregio. Anche dove esistono sistemi più moderni come i servoscala, il loro funzionamento è spesso un mistero, o riservato a pochi.

Così il circolo Pd di Cannaregio ha lanciato adesso una campagna di segnalazione ai propri iscritti e ai cittadini della zona per fare una sorta di mappa del sestiere dal punto di vista delle barriere architettoniche.

Sono usciti circa trenta casi, in gran parte risolvibili con un po' di buona volonta. «Li abbiamo inviati agli enti pubblici, a cominciare da Actv, scuole e Poste», dice la segretaria del circolo di Cannaregio, Marina Rodinò, «per sollecitare un intervento».

Curioso infatti che a norma siano ad esempio molti supermercati e banche, che hanno realizzato rampe senza scalini all’entrata per consentire l’accesso a tutti. Non soltanto disabili ma anche anziani, mamme con carrozzina, carretti. Mentre sprovvisti di accessi sono uffici postali come quelli di Lista di Spagna e quello pur modernissimo di calle Priuli, ponti, farmacie, alcune strutture sanitarie, pontili Actv. Come quelli della circolare alle Guglie, dei Gesuiti, di San Marcuola.

Scalini invalicabili anche nelle scuole elementari Giacinto Gallina, in parte alla media Sansovino e al liceo europeo Foscarini, a Santa Caterina. Una città difficile, Venezia, con 400 ponti e molti ostacoli. Ma anche facilitazioni come i vaporetti, sicuramente più raggiungibili da un disabile o da persone con difficoltà motorie rispetto ai gradini di un autobus. «Ma ci sono interventi piccoli e praticamente a costo zero», dicono i promotori dell'iniziativa, «che si possono attuare in luoghi di scarso pregio architettonico. E renderebbero più facile la vita alle persone con handicap».

Qualche anno fa il Comune aveva proposto di spostare la fermata Actv di Ca' d'Oro a San Felice, al posto degli attracchi per le merci. Anche allora il circolo Pd e l'intero quartiere si erano mobilitati e opposti proprio perché sarebbero aumentate così le barriere architettoniche e le difficoltà per raggiungere il pontile.

«In una città di anziani», recitava la petizione che aveva raccolto allora centinaia di firme, «le barriere architettoniche vanno abolite e non create ad arte. Il posto peggiore per mettere la fermata di un vaporetto del servizio pubblico è tra due ponti». Il Comune allora si era convinto e aveva proposto di spostare la fermata prima a Santa Sofia (ipotesi bocciata dai gondolieri), poi in un calle a metà Strada Nuova. Con il pontile raggiungibile in quel modo senza scalini.

Adesso la nuova campagna per sensibilizzare le aziende pubbliche e il Comune sull’esistenza delle barriere. Il dossier è stato inviato anche al sindaco.

Alberto Vitucci

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