«Barricati in casa dalla paura»I veneziani a Londra raccontano
Giovani trasferiti per lavoro, studenti, turisti: per loro questi sono giorni di paura per le violenze che stanno sconvolgendo la capitale inglese. "Siamo barricati in casa per il terrore". Ma chi sta per partire per una vacanza non rinuncia
VENEZIA. Scene da guerriglia urbana a Londra nei quartieri colpiti dalle proteste che hanno avvolto nel fumo e nel caos la capitale inglese, che da anni non era teatro di tensioni sociali di questa portata.
Tra gli abitanti che si sono ritrovati nell'occhio del ciclone anche diversi veneziani: tra domenica e lunedì si sono chiusi in casa con il timore che potesse succedere qualcosa di grave: la tensione è ancora alta.
Giacomo Cavallari, diplomatosi al Foscarini, studia moda all'Università Central Saint Martin e abita a Dalston, nella zona Est di Londra, una di quelle dove nella notte di lunedì si sono verificati alcuni tra gli scontri più gravi. "Non ho alcuna intenzione di uscire di casa - racconta - Sono costantemente aggiornato attraverso twitter e il sito del
Guardian
, il quotidiano di Londra. Elicotteri e sirene di ogni tipo continuano no stop in questa zona. Io non ho visto nulla, mi è bastato il racconto del mio coinquilino, che ha provato ad uscire per andare al supermercato. Non è riuscito perché stavano spaccando vetrine ovunque e poi lo hanno preso di mira: ragazzi incappucciati volevano derubarlo, per fortuna è riuscito a scappare e tornare a casa".
Le zone colpite, in particolare a Est di Londra, nei quartieri come Hackney che da alcuni anni sono teatro di un'importante rigenerazione, sono ripiombati nel caos con le forze di polizia inermi davanti alla guerriglia scatenata da ragazzini con il cappuccio.
"Ho sentito dai giornali e dalla televisione che hanno fermato anche bambini di 9 anni, sono sconvolto", conclude Cavallari.
Gli scontri sono nati nel quartiere di Tottenham, nella zona Nordest, non lontano dalla stazione di Charing Cross, dove un ragazzo di colore è stato ucciso dalla polizia metropolitana dopo un inseguimento: in un primo momento le prove avevano evidenziato che il ragazzo fosse armato e avesse sparato contro gli agenti. Poi la versione è stata smentita, innescando la rivolta.
"Sono tornato a Londra ieri sera - racconta il veneziano Rocco Schenkel - Abito a Stoke Newington, un distretto del quartiere di Hackney, e tornando dall'aeroporto il tassista mi raccontava sconvolto quello che aveva visto. Di sicuro stasera (ieri, ndr) rimarrò chiuso in casa con il coprifuoco, la preoccupazione è tanta".
Aurelia Palmarin, che ha studiato al liceo linguistico Tommaseo, frequenta la London School of Economics and Political Science e abita nei pressi di Notthing Hill: "Non ci sono stati scontri in questa zona, anche se diversi miei amici mi hanno raccontato di quello che sta succedendo in giro. Si percepisce che qualcosa in città sta accadendo: ero preoccupata per una mia amica veneziana che non mi rispondeva al telefono, poi ho saputo che sta bene. Speriamo che si torni presto alla normalità".
Su google maps intanto si può trovare aggiornata in tempo reale una mappa dove sono segnalati gli scontri, così da evitare certe zone.
"Faceva impressione vedere il giorno dopo gli scontri di domenica: a Sud di Tottenham, dove abito, c'erano carcasse di auto ed edifici. Questa violenza non è giustificabile" spiega Silvio Potente, trasferitosi da Marcon per lavorare in un ristorante.
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