Barca trascinata per 140 chilometri dalla tempesta: salvi 6 adulti e una bimba
L'imbarcazione è stata colpita da un fulmine a poche miglia da Lignano e portata da un vento a 100 chilometri orari. Tre motovedette della guardia costiera sono riuscite a recuperarla dopo 12 ore di terrore
CHIOGGIA. Trascinati in barca da un vento di quasi 100 chilometri orari lungo tutto il mare da Caorle a Chioggia e oltre. Sette persone, di cui sei adulti e una bambina, tutti residenti tra Veneto e Friuli, sono stati tratti in salvo in una complessa operazione coordinata dalla Capitaneria di Porto, che ha recuperato la loro barca a vela, diretta a Lignano (Udine), ma trasportata dal maltempo fino a Porto Garibaldi (Ravenna).
L'episodio si verificato domenica scorsa, ed stato è riferito oggi all'ANSA da una delle persone coinvolte, residente a Pordenone.
L'imbarcazione è stata colpita da un fulmine e portata al largo da un vento che improvvisamente ha cominciato a soffiare a 52 nodi - circa 100 chilometri orari - e con la strumentazione della barca fuori uso.
«Quando cominciavano a disperare e a temere per la nostra vita - riferisce il protagonista, che ha preferito mantenere l'anonimato - l'Sos è stato raccolto da un diportista di Parenzo, che l'ha girato alla centrale operativa del Comando provinciale dei carabinieri di Pordenone, alle capitanerie di porto e alla guardia costiera. L'agonia è durata quasi dodici ore: quando la bufera ci ha sorpresi eravamo a quattro miglia da Lignano, l'incubo è finito a Ravenna».
Dopo l'allarme raccolto dai militari dell'Arma, che hanno seguito costantemente l'evolversi della situazione, la centrale operativa del comando generale del corpo delle capitanerie Porto, a Roma, ha attivato le ricerche che hanno visto l'impiego di tre motovedette della guardia costiera di Grado, Chioggia e Ravenna. All'operazione ha partecipato anche un elicottero decollato da Pescara.
«È stata evitata una strage - conclude - grazie alla straordinaria capacità dei professionisti del soccorso e delle forze dell'ordine: non finiremo mai di ringraziarli per quello che hanno fatto per noi».
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