Barca ormeggiata, deve pagare anche il canone

Stangata dei vigili che applicano il regolamento del commissario. Una raffica di ricorsi
Interpress/Mazzega Morsego Venezia, 01.11.2012.- Acqua alta a Venezia, Nella foto Barca ormeggiata in Calle a S.Giacomo dell'Orio
Interpress/Mazzega Morsego Venezia, 01.11.2012.- Acqua alta a Venezia, Nella foto Barca ormeggiata in Calle a S.Giacomo dell'Orio

Non basta la multa per divieto di sosta. A chi lascia la barca «incustodita» sulle rive i vigili adesso contestano anche l’occupazione abusiva di spazio acqueo. E chiedono il pagamento della quota corrispondente. «Una vergogna», protestano molti proprietari di barca. Diego D’Este, titolare di licenza per trasporto persone, ha presentato una segnalazione ai vigili urbani. «All’abusiva occupazione di spazio acqueo oltre alla violazione prevista dal presente regolamento corrisponde il pagamento del canone evaso secondo le modalità previste dal regolamento Cosap», gli ha risposto il vicecomandante dei vigili e responsabile del Traffico Acqueo Giordano Zuin. Un comma approvato dal Consiglio Comunale il 20 dicembre 2010, e poi modificata dal commissario straordinario Zappalorto, con i poteri del Consiglio, il 13 febbraio dell’anno scorso. Una multa salatissima, che comprende anche il calcolo dell’ipotetico canone «evaso». «Noi non abbiamo utilizzato il posto come ormeggio stabile», spiega D’Este, «ma solo come attracco provvisorio. Perché dovremmo pagare uno spazio acqueo che non abbiamo?». Contestata anche la legittimità della «doppia sanzione». Se uno paga la multa non può pagare anche il canone. In quel caso la multa non sarebbe più giustificata. Un problema annoso, quello degli ormeggi. Perché in tanti canali del centro storico è praticamente impossibile attraccare. Un articolo del regolamento comunale prevede addirittua l’infrazione di «abbandono di natante». E i vigili spesso multano una barca legata anche se non sulla pubblica riva e anche se non dà intralcio alla circolazione. Molti hanno fatto ricorso e lo hanno vinto. «Non si può impedire a un veneziano di scendere a terra», dicono. Le rive attrezzate promesse dal Comune anni fa sono in realtà pochissime. Protestano anche i trasportatori. «Si era parlato dii disco orario», dicono, «ma invece siamo costretti ad avere due persone in barca quando l’altro fa le consegne. E i costi aumentano». Un problema che dovràò essere affrontato nel nuovo Piano del traffico acqueo. «Noi residenti non abbiamo rappresentanti di categoria che ci difendono», dicono alcuni propeietari di barca, «ma rivendichiamo il diritto di vivere la nostra città sull’acqua». Senza «doppie multe» per chi scende a terra.

Alberto Vitucci

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