Barbera spegne le polemiche sulla giuria: «Decisione democratica»
VENEZIA. Calo dei biglietti e della presenza dei giovani, difesa delle scelte della giuria e del suo presidente Michael Mann e, soprattutto, fiducia nel futuro nonostante la crisi. La conferenza di fine edizione della Mostra del Cinema 2012, alla presenza del presidente della Biennale, Paolo Baratta, e del direttore, Alberto Barbera, ha tirato fuori questi temi e molti altri ancora. «Grazie, siamo arrivati alla fine - ha esordito Baratta -. Gli accrediti stampa sono stati confermati (in tutto 2515) come quelli industry sono gli stessi, ma con più professional. A calare - ha aggiunto il presidente della Biennale - sono invece gli accrediti culturali, quelli che in genere fanno i giovani, con una percentuale del 10-12% in meno. C’è poi un calo dei biglietti del 12%, invece di segno positivo la vendita dei biglietti pacchetto: 6-8% in più. Tutta la struttura di base si è confermata ma va detto che la crisi ci ha portato via un pò di giovani e bisogna capire come recuperarli».
Per quanto riguarda la gestione da alcuni definita dittatoriale del presidente della giuria Michael Mann, Barbera replica con forza: «Non è vero, ho seguito la giuria che è stata di una tranquillità eccezionale, una giuria democratica e rispettosa. Mann non ha imposto nessun premio, ma casomai ne ha subito qualcuno. Anche per quanto riguarda la vicenda di Matteo Garrone, Mann aveva detto già prima che non voleva che si parlasse dei criteri della scelta. D’altronde io quando sono stato giurato a Cannes mi sono attenuto al regolamento e non ho parlato».
Come mai nessun film italiano? «Le scelte della giuria si accettano e non si discutono ed è inutile parlare del solito discorso che il cinema italiano non parla al pubblico internazionale. È un discorso vecchio. Ogni anno si dice questa stessa cosa». L’esclusione di «L’intervallo» di Leonardo Di Costanzo, passato nella sezione Orizzonti e pluripremiato (ben sette riconoscimenti), dice Barbera, «la cosa più complicata della selezione non è trovare i 36 film ma scartarne qualcuno e cosa mettere nella sezione principale e in quella secondaria. Meglio però che si è parlato di un film come «L’intervallo» che meritava di più che se fosse stato bocciato nella selezione ufficiale». Infine sull’esclusione del film di Marco Bellocchio «Bella addormentata» e sulle dichiarazioni di Rai Cinema che si è detta dispiaciuta della scarsa considerazione del film da parte della giuria: «È una cosa che succede ad ogni decisione della giuria. A me il film di Bellocchio è piaciuto ma è il mio parere personale. Rispetto invece il giudizio dei nove giurati».
Barbera poi ha parlato di festival e della difficoltà di trovare film in selezione: «È una situazione oggettiva, si creano continuamente nuovi festival e i film sono sempre gli stessi». Sul Festival di Roma invece, vero avversario di quello veneziano, vuole dire poco: «Ne parlerò solo alla fine», mentre ancora sulla selezione dei film in concorso dice con franchezza «attenzione i film in concorso non li scelgono tanto i selezionatori ma piuttosto i produttori».
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