Bar e sale giochi passate al setaccio dalla polizia, a Mestre e Marghera

95 le persone identificate, 47 con precedenti: denunciato anche un uomo che lanciava piatti alla convivente
Pattuglie di polizia impegnate in controlli (foto d'archivio)
Pattuglie di polizia impegnate in controlli (foto d'archivio)

MESTRE. Tre giorni di controlli a tappeto tra Mestre e Marghera della Polizia, in servizio di prevenzione e sicurezza sul fronte dei furti, dello spaccio, dell'immigrazione clandestina. I riflettori sono stati puntati  tra il 28 e il 30 settembre, soprattutto sulla parte periferica della città di Mestre -  con particolare attenzione alle zone di Carpenedo, Bissuola, ma anche nella centrale zona di via Piave - e hanno riguardato soprattutto  esercizi commerciali, sale giochi e bar già segnalati per la presenza di persone ritenute pericolose per la pubblica sicurezza.

Risultato: gli agenti hanno identificato 95 persone, di cui 77 extracomunitarie; 47 con diversi precedenti di polizia a carico; 32, infine, i veicoli controllati. Sette gli automobilisti che si sono visti arrivare una contravvenzione per violazione Codice della Strada, mentre due veicoli sono stati sequestrati in quanto privi  di copertura assicurativa.

Tra i denunciati un cittadino tunisino, indagato a piede libero perché bloccato dai poliziotti mentre stava aggredendo la sua convivente (una donna italiana) lanciandole contro  piatti di ceramica e un bastone di legno; mentre un altro cittadino tunisino e un cittadino georgiano sono stati denunciati in stato di libertà perché sarebbero dovuti stare lontani dal comune di Venezia e , invece, erano inottemperanti all’ordine di allontanamento del Questore di Venezia.

A disporre i controlli - coordinati dal dirigente del Commissariato di Mestre, Eugenio Vomiero - è stato il questore Angelo Sanna: impegnati nei servizi - diretti a contrastare e prevenire le forme di criminalità più diffuse, da quella predatoria, allo spaccio di sostanze di stupefacenti, all’immigrazione clandestina - equipaggi  composti da agenti del commissariato e del Reparto Prevenzione Crimine di Padova.

 

 

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