Bando internazionale per il Vega più di cento soggetti interessati
MESTRE. Il Parco Vega, il primo e unico esempio di recupero e rilancio delle aree industriali dismesse a Porto Marghera – in questo caso quelle dei fertilizzanti dell’ex Agrimont – riuscirà a chiudere positivamente il concordato e sopravvivere al fallimento e trovare, con il terzo bando di vendita che sarà aperto nei prossimi giorni dopo ben due andati a vuoto, un compratore interessato a rilanciarlo valorizzando tutto il “waterfront” lagunare, comprese le aree del Vega 1, Vega 2 e Vega 3 in attesa da anni di essere utilizzate?
Più di cento interessati. «Di manifestazioni di interesse di possibili acquirenti, arrivate anche in occasione dell’ultimo bando, ce ne sono più di cento e noi stiamo cercando di creare le condizioni affinché si trasformino in una vera e propria offerta d’acquisto», spiega l’advisor Andrea Silipo che insieme al liquidatore giudiziale, Paolo Marchiori, sta mettendo a punto un nuovo «bando internazionale aperto» che permette di acquistare in blocco e per porzioni tutta l’area del Vega 1 e gli edifici di proprietà della società Parco Vega scarl, 80 mila metri quadrati dei quali 40 mila occupati dagli edifici Auriga e parte del Lybra, nonché la porzione di 8 ettari dell’adiacente Vega 2 (dove è stato costruito da Condotte Immobiliare il Pala Expo), la torre Hammond restaurata e gli edifici Pegaso e Porta dell’Innovazione (affittati a Ca’ Foscari) che sono di proprietà del Comune che li ha dato in concessione alla società Vega scarl, della quale è il socio di maggioranza.
Il nuovo mega-bando. «Rispetto a qualche anno fa, la tipologia delle aziende che operano nel Parco è molto più variegata» afferma l’amministratore unico, Roberto Ferrara «Grazie alla sua posizione strategica, ai servizi e alle infrastrutture tecnologiche e digitali offerte alle aziende, quali la Banda ultra-larga, il Vega conferma il suo ruolo di attrattore di micro-imprese, laboratori universitari e privati di ricerca, start up innovative e spin off dell’Università di Venezia, aziende italiane e multinazionali che scelgono di aprire qui e non altrove una propria sede operativa».
«Al Vega» aggiunge Ferrara «applichiamo alle aziende contratti snelli e flessibili che favoriscono l’avvicendamento delle aziende. E poi c’è la nuova viabilità che metterà in contatto, grazie a due rotonde e un viadotto, l’area del Vega con via Torino e il Campus universitario, e direttamente con Mestre e Venezia-piazzale Roma. A questo si aggiungerà il restyling in corso della stazione ferroviaria di Porto Marghera che è in corso».
«Tutto ciò» conclude con un po’ di ottimismo Ferrara «contribuirà a facilitare la mobilità e l’accesso al Vega e, senza alcun dubbio, l’interesse all’insediamento di nuove imprese».
Il valore immobiliare. L’obiettivo, imprescindibile, è di riuscire a vendere entro il 2018 gran parte dei cespiti della società consortile Parco Vega scarl, principalmente immobiliari, per ricavare con la vendita degli edifici Auriga e parte del Lybra, i 15 milioni di euro necessari a soddisfare integralmente i creditori (9 milioni dovuti alle banche e 4 a fornitori di servizi) in esecuzione del piano di concordato. Ma a differenza dei primi due bandi, il terzo metterà in vendita anche gli edifici di proprietà diretta del Comune di Venezia, ovvero gli edifici attualmente affittati, nella quasi totalità dall’Università di Ca’ Foscari: l’edificio Pegaso 2 (valutato 3.431.000) e l’edificio Porta Innovazione (2.201.000 euro). Nella delibera approvata di recente a questo proposito dalla giunta comunale si tiene anche presente che Vega scarl ha sottoscritto una serie di contratti con l’Università di Ca’ Foscari per l’utilizzo degli spazi dell’edificio Porta dell’Innovazione, con l’impegno «ad inserire nell’eventuale contratto di vendita dell’immobile a terzi, delle clausole tali da garantire alla stessa Università il diritto di utilizzare gli spazi fino alla naturale scadenza del 2023».
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