«Bando della vergogna, pronti a denunciare l’Usl»
VENEZIA. In un bando di mobilità per dieci operatori socio sanitari l’Usl 3 Serenissima chiede ai candidati se hanno incarichi sindacali, e quanti giorni di assenza per malattia hanno accumulato negli ultimi tre anni. Le forze sociali, compatte, insorgono: «Domande che niente hanno a che vedere con la professionalità di una persona». Cgil rincara: «L’azienda sanitaria ritiri il bando o li denunciamo per attività anti sindacale».
A segnalare la singolare formulazione del bando sono stati alcuni lavoratori trevigiani che stavano raccogliendo la documentazione necessaria. Per molti di loro l’occasione era ghiotta: si tratta nella maggior parte dei casi di lavoratori delle Ipab del territorio, che tramite la mobilità cercano di approdare al porto più sicuro dell’azienda sanitaria. Da un anno e mezzo sulle Ipab pende una proposta regionale di privatizzazione, il posto all’Usl, insomma, è considerato assai più sicuro. E il bando è stato preso d’assalto. «Quando abbiamo visto quelle domande, però, siamo balzati sulla sedia» racconta un operatore, «è una discriminazione bella e buona. Se facciamo attività sindacale non ci assumono? E anche sui giorni di malattia abbiamo delle perplessità: chi manca per mesi di solito sta male davvero, invece si dà per scontato sia un fannullone. I furbetti stanno a casa per pochi giorni in più occasioni, quindi secondo quel bando sarebbero favoriti».
Il bando della discordia è stato inoltrato, tra gli altri, a Daniele Giordano, Funzione pubblica Cgil Venezia. «È una vergogna» risponde Giordano, «abbiamo chiesto all’Usl di ritirarlo e modificarlo, altrimenti procediamo con la denuncia per ostacolo all’attività sindacale. Il messaggio che passa è chiaro: chi fa attività sindacale e politica non è ben visto. Abbiamo confrontato questo bando con altri, e non abbiamo mai trovato situazioni simili. C’è anche una domanda sulle assenze che non sono considerate ferie. Cosa significa? Che anche la maternità viene considerata come un “malus” nella scelta dei candidati?». Entra a gamba tesa anche Dario De Rossi, Funzione pubblica Cisl: «Un bando così, semplicemente, non esiste. Potrei anche capire la domanda sui giorni di malattia: in fondo, c’è una visita medica prima dell’assunzione che certifica il reale stato di salute del candidato. Ma l’attività sindacale non è un’informazione che interessi al datore di lavoro. Chiederlo significa violare il principio costituzionale che tutela la libera organizzazione sindacale». Al direttore dell’Usl 3 Serenissima, Giuseppe Dal Ben, la richiesta di un passo indietro è arrivata da Cgil, Cisl e Uil.
La protesta ha coinvolto, di fatto, due province, perché da Treviso il tenore degli interventi è lo stesso. «La mobilità non è un concorso» commenta Ivan Bernini, segretario Funzione pubblica Cgil Treviso, «è una procedura molto più discrezionale, si basa su un colloquio con il datore di lavoro. Se faccio attività sindacale, magari come Rsu, mi escludono a priori?». Il bando scade il 27 dicembre; potrebbe essere prorogato in caso di modifiche sostanziali.
La replica dell'Usl. «La mobilità tra enti è disciplinata dalla legge e dal contratto collettivo nazionale di riferimento. Proprio il contratto nazionale prevede che con la mobilità non si instauri un nuovo rapporto di lavoro, ma continui il precedente, e che il fascicolo personale segua il dipendente presso la nuova azienda. Tutte le informazioni relative al dipendente – ivi comprese quindi quelle relative a esempio alle assenze a vario titolo e agli incarichi sindacali – vengono pertanto trasmesse alla nuova azienda all’atto del trasferimento»: così l’azienda sanitaria Serenissima con una nota risponde al personale oss che ha sollevato dubbi sul bando.
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia