Banditi in fuga con il barchino ripresi dalle telecamere sul canale

Visionati una decina di filmati, i tre componenti della banda indossavano indumenti bianchi. Gli inquirenti sono convinti che si tratti di professionisti con un forte radicamento locale
Interpress/M.Tagliapietra Venezia 01.07.2013.- Rapina ad un Blindato con una barca in Rio della Scomezzera, Sant'Andrea, Piazzale roma. La Via di fuga davanti alla Questura.
Interpress/M.Tagliapietra Venezia 01.07.2013.- Rapina ad un Blindato con una barca in Rio della Scomezzera, Sant'Andrea, Piazzale roma. La Via di fuga davanti alla Questura.

VENEZIA. Una decina di filmati visionati, alcuni dei quali acquisiti, e tutti estrapolati dai sistemi di videosorveglianza piazzati lungo il canale della Scomenzera, in canal Grande, nella zona del Tronchetto e in quella di San Giuliano. Più immagini a disposizione degli investigatori della Squadra Mobile e maggiori possibilità di individuare, analizzandole, i tre banditi che lunedì mattina hanno assaltato la barca della Civis rapinando 1 milione e 280 mila euro. I maggiori elementi in questo momento possono arrivare dall’analisi delle immagini e dalla descrizione fatta, dei tre, da parte dei vigilantes rapinati e del poliziotto che dalla porta acquea della Questura si è visto sfrecciare davanti i tre banditi.

Sui tre gli elementi certi non sono molti. Tutti vestivano di bianco come degli imbianchini. Quando hanno assaltato la barca dei vigilantes avevano il volto parzialmente coperto da occhiali da sole. Chi dei tre ha parlato ha cercato di mimetizzare il suo italiano dandogli un accento dell’est Europa. La convinzione degli inquirenti è che si tratta, in realtà, di italiani e del posto. Passando davanti alla porta acquea della Questura, almeno due volte, chi guidava il barchino ha tenuto gli occhiali da sole mentre i due complici si sono nascosti sul fondo dell’imbarcazione, coperti da un telo in plastica. Le uniche telecamere che possono aver ripreso il barchino sono quelle del Comune posizionate sul canal Grande all’incrocio con il canale della Scomenzera. Telecamere che comunque non forniscono immagini ravvicinate.

Secondo gli investigatori due le possibili vie di fuga scelte, dai banditi, per allontanarsi. Una porta al Tronchetto mentre la seconda verso San Giuliano, Campalto e Tessera, via Fondamenta Nuove. In entrambi i casi i banditi hanno avuto la possibilità di abbandonare l’imbarcazione e di salire su un’auto per poi allontanarsi. Lunedì pomeriggio la polizia ha controllato entrambe le aree sia dall’acqua che da terra. Primo per cercare l’imbarcazione usata per l’assalto, secondo per verificare eventuali tracce dello sbarco. Nessun elemento, per ora, è stato raccolto. Non viene escluso nemmeno la possibilità che i rapinatori abbiano affondato il barchino e se ne siano andati con un’altra imbarcazione dopo aver trasbordato denaro e armi. È già capitato che per compiere furti o rapine in laguna i banditi hanno usato imbarcazioni a cui avevano fatto dei fori in precedenza. Fori a cui avevano infilato dei tappi tolti nel momento in cui si sono disfatti dell’imbarcazione.

Una cosa di cui sono convinti gli inquirenti è il fatto che a guidare il barchino c’era un veneziano o qualcuno abituato ad andare per la laguna, senza finire in secca. Persona che conosce bene i canali e dove poter navigare al limite, se inseguito, senza finire impantanato.

I tre banditi sono entrati in azione dieci minuti prima delle 7 di lunedì. In meno di un minuto hanno rapinato un milione e 280 mila euro, destinato in parte al pagamento delle pensioni e il resto a delle banche del centro storico. Rapinate anche le pistole dei vigilantes. La rapina è stata messa a segno a Sant'Andrea, nel canale della Scomenzera ai danni di una barca portavalori della Civis. In azione professionisti, uno dei quali armato di fucile mitragliatore, che hanno colpito a cinquanta metri dalla caserma della polizia di frontiera e poi sono scappati passando davanti alla porta acquea della Questura. Non è da escludere che possano essere gli stessi della rapina compiuta a Mestre, in viale Ancona, il 5 gennaio del 2010.

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