Bandiera nera di Legambiente al progetto per 42 ville vicino all’oasi di Ca’ Roman.

Monitoraggio di Goletta Verde sulle acque delle spiagge veneziane: «Fortemente inquinata» la foce del Livenza a Caorle, entro la norma i risultati delle analisi degli altri campioni. In aumento i reati ambientali lungo le coste

VENEZIA. «Bandiera Nera al progetto delle ville di Cà Roman: no alla pressione urbanistica sull’isola di Pellestrina»: Legambiente ha assegnato così, oggi, la Bandiera nera al progetto di edificazione turistica in una delle località ambientali più delicate delle isole che dividono la laguna di Venezia dal mare, definendolo «un nuovo scacco alla tutela del territorio, un assalto del cemento».

Il progettato villaggio turistico a Ca’ Roman è costituito da 42 villette bifamiliari che dovrebbero sorgere a Pellestrina. Per gli ambientalisti, «si tratta di un ennesimo attentato all’integrità ecologica del territorio, che, camuffato da progetto di risanamento e ristrutturazione, comporterebbe inutili colate di nuovo cemento nell’area dell’ex colonia estiva gestita dalle suore Canossiane, ora in completo abbandono».

«Seppure in maniera legale», denuncia Legambiente, «le coste del Veneto continuano ad essere minacciate soprattutto dai progetti approvati regolarmente dalle amministrazioni locali». E «si conferma la costante aggressione del cemento sulle coste venete, dove pare proprio che la crisi non abbia fermato il lavoro delle betoniere: i comuni del litorale, infatti, continuano a sfornare piani urbanistici gonfi di milioni di metri cubi di cemento».

Quanto alla qualità dei nostri mari, in prossimità delle spiagge, secondo il monitoraggio dei biologi di Goletta Verde di Legambiente, sette punti su otto campionati lungo le coste venete risultano entro i limiti di legge. L’unico campione risultato «fortemente inquinato» quando a valori microbilogici ( presenza di enterococchi intestinali ed escherichia coli) è stato quello analizzato presso la Foce Livenza, nel comune di Caorle. Nello stesso comune, la spiaggia fronte lungomare Trieste, in località Porto Falconera e la Spiaggia fronte via Lepanto, in località Porto Santa Margherita, sono risultate invece entro i limiti, come le acque delle altre spiagge venete.

Per Legambiente, il Veneto «non può permettersi di abbassare la guardia sul fronte depurazione». «Gli ultimi dati Istat 2009», ha detto Katiuscia Eroe, portavoce della Goletta Verde di Legambiente, «ci dicono che il 20,8% dei cittadini veneti non è servito da un adeguato servizio di depurazione, un dato al di sotto della media nazionale delle regioni costiere del nord che, invece, si attesta all’81,9% di copertura».

Quanto ai reati ambientali lungo le coste, il Veneto si trova al quarto posto in italia: secondo quanto evidenziato nel Dossier Mare Monstrum di Legambiente, nel 2011, sono state 458 le infrazioni commesse ai danni del mare e dell’integrità dei litorali, che hanno comportato ben 529 tra denunce e arresti e 153 sequestri. Il 60% in più rispetto al 2010. Tra i principali illeciti contestati spiccano la pesca illegale, con 190 infrazioni, gli scarichi inquinanti, 182, e l’abusivismo edilizio sul demanio, con 23 illeciti.

(roberta de rossi)

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