«Bandi per Forte Marghera pronti entro fine estate»
«I bandi? Saranno pronti entro l’estate. Non riguarderanno tutta l’area ma singoli immobili, nel percorso che abbiamo tracciato di recupero dell’area di Forte Marghera al servizio della città». Il sindaco Giorgio Orsoni apre la porta del suo ufficio di Mestre e spiega il suo punto di vista dopo aver incontrato alcuni membri della Federazione della Sinistra, tra i quali Piero Pettenò, che fino a mezz’ora prima era proprio a Forte Marghera a spiegare ai consiglieri comunali della commissione Patrimonio -nei panni di presidente della Marco Polo System società di gestione del forte - lo stato di salute della fortezza ottocentesca.
Il sindaco è convinto che si possa fare del forte quel che l’Arsenale è per il centro storico, e che il percorso sia stato tracciato. Ma tra i consiglieri comunali - come è emerso dal sopralluogo della commissione consiliare di ieri mattina - restano molti dubbi riguardo alla gestione attuale e ai tempi dei prossimi interventi. Pettenò, aprendo l’incontro, ha cercato di difendere l’operato della sua società - il cui affidamento scadrà nel 2015 - ricordando come era il forte e come è adesso, e ribadendo l’impegno sul fronte dell’agibilità degli edifici, e della rivalutazione del forte - a partire dal centro internazionale per lo studio dei forti, finanziato dalla Regione con 2 milioni di euro - e su quello della fruibilità, con la gestione degli spazi di ristorazione alla cooperativa Controvento, uno degli argomenti più dibattuti dai consiglieri. Perché se è vero che è stato fatto un buon lavoro - è emerso nel dibattito - è anche vero che l’assegnazione degli spazi non è passata per un bando pubblico aperto a tutti, e c’è il rischio, per dirla con le parole del consigliere del Pd, Jacopo Molina, «di far lavorare solo gli amici degli amici». A spiegare con una buona dose di realismo come stiano le cose ci ha provato Alessandra Vettori, dirigente del settore Patrimonio e Casa: «O chiudiamo il forte, o per il momento tuteliamo quello che c’è, sapendo che questo non sarà l’assetto definitivo, ma si tratta di una fase intermedia». Per la quale, appunto, bisognerà aspettare i bandi, anche se in alcuni casi si potrà proseguire con affidamenti diretti, come potrebbe essere con l’Accademia di Belle Arti, che da tempo vorrebbe ampliare di molto gli spazi di cui già dispone per il laboratorio di scenografia. C’è poi tutta la partita che riguarda gli interventi di urbanizzazione, i cui fondi dovrebbero arrivare dalla volontà di mettere sul mercato immobiliare 4 ettari, esterni al forte, verso via Torino. Resta infine da fare i conti con il fatto che molti edifici hanno bisogno di investimenti privati, interventi per i quali bisognerà studiare forme di collaborazione.
Se Emanuele Rosteghin (Pd) e Camilla Seibezzi (In Comune) invitano a non buttare quel che di buono è stato fatto ma chiedono tempi certi, c’è chi, come Gianluigi Placella (M5S) invitano alla massima trasparenza e a un maggior coinvolgimento delle associazioni. Per Simone Venturini (Udc) bisogna ripensare integralmente il ruolo della società gestrice.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia