«Banda larga in ritardo, serve uno scatto»
Banda larga, gli investimenti ci sono ma in provincia di Venezia la tecnologia viaggia lenta. Venezia attende uno scatto poderoso per mettersi al passo del mondo con connessioni internet velocissime grazie al Piano nazionale del governo Renzi per lo sviluppo della banda larga che andrà ad intervenire in quel 35 per cento di territorio nazionale dove i privati (Fastweb, Telecom, Vodafone) non investono. A Venezia gli investimenti privati si concentrano di più sul capoluogo ma anche qui con distinguo rilevanti.
La situazione a Venezia. Su Mestre centro, Carpenedo, Favaro, Marghera Fastweb nel 2014 ha investito 5 milioni di euro per portare a 60 mila famiglie e 9 mila imprese e cento chilometri di nuovi cavi per connessioni a 100 megabit al secondo. Nel luglio 2015 Telecom ha annunciato investimenti in 7 Comuni veneti, tra cui Venezia per connessioni potenzialmente fino ad 1 giga.
In altri Comuni del Veneziano ad intervenire è la Regione. Porto Marghera, la grande area industriale da rilanciare, attende i cantieri da 667 mila euro di Venis spa per avere la banda larga entro il 2017. I fondi arrivano dall’Accordo di programma sulla chimica. Matteo Zoppas, presidente di Confindustria Venezia, ha posto la banda larga tra le prime 10 priorità di tutta la provincia. Gli sforzi ci sono, insomma, ma il percorso è lungo.
I dati di città e provincia. Dai dati della rete Infratel Italia si scopre che Dolo è il secondo Comune veneto più connesso (90,4 per cento di connessioni da 2 a 20 Mb e 100 per cento di connessioni sopra i 30 Mb). Venezia è decima (97,4 per cento di connessioni da 2 a 20 mb e appena il 58,2 per cento maggiore di 30 Mb). Jesolo ha il record di velocità nei permessi (2 giorni) contro i 264 necessari a Venezia. La media regionale è di 154 giorni di attesa. Il Veneto vede l’89,9 per cento della popolazione con reti fino a 20 Mb. Oltre mille i chilometri di reti in fibra ottica stesi per 578 mila cittadini e più di 344 mila imprese. Nel 2014 la provincia di Venezia era dedicesima per le connessioni superveloci. E Venezia capoluogo nel 2013 era invece la città leader in Italia per lo sviluppo del wi-fi con 300 chilometri di fibra pubblica. Ma a beneficiarne è più Mestre che il centro storico dove internet è utilissimo per promuovere cultura e turismo ma i permessi per intervenire in zone e palazzi con forti vincoli artistici e architettonici rende tutto più complicato. E gli investitori, quindi, non intervengono.
L’allarme della Poggiani. «Venezia ha una delle reti pubbliche più estese d’Italia e la nuova giuta ci ha confermato tutti gli investimenti del Piano 2015», spiega Alessandra Poggiani, direttore generale di Venis Spa. «Resta il fatto che l’accesso alla fibra ottica è più difficile e arretrato nel centro storico. Spero si possa intervenire perché ci sono attività turistiche ed economiche della città storica che necessitano della fibra ottica. Ma devono intervenire gli investitori privati perché una società come Venis non può far usare la rete pubblica ad imprenditori privati. O si trova un modo per farlo oppure per risolvere i problemi di Venezia devono essere i privati ad investire direttamente». Il governo Renzi ha sbloccato i primi 2,2 miliardi di euro su un piano complessivo di 15 (compresi gli investimenti privati).
Le previsioni di Cogo. «Mestre e Venezia, essendo nelle zone ad intervento privato, sono più avvantaggiate del resto della provincia. Sarebbe illusorio dire che i 30 Mb arriveranno prima a Noale piuttosto che a Chioggia e Portogruaro. Ma di certo i 100 Mb arriveranno prima a Venezia e Mestre e poi nel resto della provincia. La data chiave è il 2020. In tutto il Veneto i cantieri aperti sono tantissimi e si conta di arrivare alla copertura totale tra il 2015 e il 2020», assicura Gianluigi Cogo, digital champion veneziano e dirigente della Regione che si occupa da anni di tecnologia e internet.
Le critiche di Scano. Un altro esperto del settore, il veneziano Roberto Scano, consulente per l’Agenzia Italia digitale, avverte che la banda larga veneziana resta lenta rispetto al resto del mondo. «Stiamo parlando di valori come 10 o 30 Mbit mentre nel resto del mondo si parla almeno di 10 volte tanto. Un valore “nominale”, ossia non viene garantita tale velocità».
La competitività. Scano stimola il dibattito: «Bisogna garantire adeguata velocità, soprattutto in mobilità. Non è possibile che oggi aVenezia, grandi operatori di telefonia mobile non garantiscano copertura dati in zone ad alto traffico turistico: non dimentichiamo che una volta si telefonava e si mandavano sms: oggi si pubblica su Facebook, si usa Whatsapp, si pubblicano video. Passando al settore del lavoro, la rete è essenziale per la competitività delle piccole e medie imprese e non sempre si diffonde allo stesso modo. Deve far pensare che il primo provider di connettività nel Veneto fu “Shineline” (Lorenzon Elettronica) a Oriago di Mira, da dove forniva connessioni a tutta la provincia di Venezia, ed ora la stessa città non è fornita dalla banda larga».
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