Banda dei supermercati, chiesti 28 anni

La pena più pesante è per Massimo Carraro chiamato “Chessmetto”. Messe a segno sette rapine, molte altre tentate

Tra maggio e dicembre 2014, l’operazione “Mask” della Squadra Mobile di Venezia ha portato in cella una banda criminale specializzata in rapine ai danni di supermecati, ville, banche qua e là nel Veneto. Una “batteria” con nomi che rimandano alla malavita del Brenta di Felice Maniero, kalashnikov in pugno (pronti ad usarlo), targhe rubate e chiodi buca-gomme a proteggere la fuga. Sette colpi portati a segno e dieci tentati.

Ieri il pubblico ministero Giorgio Gava ha presentato il conto ai protagonisti dei raid criminali, nel corso del processo con rito abbreviato davanti al giudice per le udienze preliminari Barbara Lancieri: rito che garantisce agli imputati uno sconto di un terzo della pena in cambio di un processo più veloce. Il pubblico ministero ha chiesto per i vertici della banda condanne fino a 10 anni e 4 mesi di reclusione.

Pena massima richiesta per Marco Carraro , 40 anni di Fossò, "Chessmetto”, nipote di Costante Carraro “Chessman”, 65 anni, residente a Vigonovo: legato alla Mala del Brenta era un uomo di punta delle batterie di fuoco ai tempi di Felice Maniero e nel suo curriculum ci sono pure 15 anni di carcere duro a Porto Azzurro. Per Costante, il pubblico ministero Gava ha chiesto una condanna a 4 anni e 5 mila euro di multa.

Un altro uomo di punta del gruppo che ha seminato il terrore tra i supermercati veneti sono Michele Gelain, 47 anni, di Marghera, protagonista in passato di una rapina durante la quale ha lanciato contro una pattuglia dei carabinieri una bomba a mano: per lui la Procura ha chiesto una condanna a 6 anni e 4 mesi di reclusione e 2800 euro di multa. Cinque anni e 1600 euro di multa la richiesta di pena per Delfino Fincato, 58 anni, di Codevigo, per lunghi anni autista dei colonnelli di Maniero.

Infine, tre posizioni minori, con 2 anni e 6 mesi di reclusione e 1200 euro di multa richiesti dal pubblico ministero nei confronti di Uliana, Riccardo de Piccoli e Gianni Buriollo,.

L'indagine è iniziata dopo l'arresto di Michael Fumo e la denuncia di Michele Gelain il 21 novembre scorso. Controllati nel parcheggio del supermercato Eurospin e trovati con una borsa contenente una pistola a salve e una maschera in lattice e vicino a un'auto rubata. Da qui il nome dell’operazione: “Mask”.

Seguendo le tracce dei cellulari dei due, gli investigatori hanno ricostruito l’intera banda: 17 persone tra posizioni centrali, collaboratori, supporter per la logistica. Le indagini hanno consentito di accertare che il gruppo aveva la disponibilità di armi comuni e da guerra, con relativo munizionamento, di giubbotti antiproiettile, di auto rubate, lampeggianti e palette delle forze dell'ordine e maschere in lattice. Era inoltre in possesso di sofisticate apparecchiature per effettuare la bonifica dei veicoli e dei luoghi dagli stessi utilizzati, per scoprire l'eventuale installazione di microspie per ambientali o sistemi di gps utilizzati dalla polizia. La Mobile è riuscita a sventare diversi colpi e in alcuni casi ha pure fatto allontanare le vittime prese di mira e messo fuori uso le armi che il gruppo aveva intenzione di usare. Il 3 febbraio la sentenza. (r.d.r.)

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