Banchina interscambio merci al Tronchetto di Venezia in attesa di un bando pubblico dal 1990

Negli ultimi 30 l’area affidata in modo diretto e “provvisorio” dal Comune. Gli altri operatori dicono basta: «Serve la gara»
Interpress\M.Tagliapietra Venezia 06.10.2020.- Scalo Fluviale.
Interpress\M.Tagliapietra Venezia 06.10.2020.- Scalo Fluviale.

VENEZIA. Il bando era atteso ancora cinque anni fa. Ma poi venne rinviato, in attesa della riorganizzazione complessiva dell’area del Tronchetto, con la scelta di riaffidare gli spazi, tramite convenzione, alla cooperativa Scalo Fluviale, una delle storiche cooperative di trasporti del centro storico.


È dall’inizio degli anni Novanta che le giunte assegnano quest’area demaniale pubblica - gestita da Ca’ Farsetti su concessione dell’Autorità portuale - con affidamento diretto e senza bando di gara alla cooperativa Scalo Fluviale.

È l’area del Servizio Interscambi Merci alla banchina del Tronchetto. Uno spazio importantissimo per la città - scendendo la rampa verso il Tronchetto, è la banchina che si vede sulla destra - perché è da qui che passa la maggior parte delle merci per il centro storico.

Merce caricata con le gru dai camion alle barche, aperta a tutti perché pubblica (le alternative sono le aziende private a Punta San Giuliano o a Porto Marghera).

Un’area demaniale assegnata in modo “provvisorio” ormai da 30 anni. «In attesa della riorganizzazione complessiva dell’area per l’interscambio merci», si può leggere in ogni delibera di rinnovo, dal ’91 a oggi. Situazione transitoria, con durata trentennale.

L’ultima concessione, dalla durata di 4 anni, risale al 2015, con sindaco Luigi Brugnaro. Il Comune aveva già pensato di mettere a bando l’area, ma poi decise per il rinvio, motivandolo, anche in questo caso, con la necessità di una riorganizzazione dell’interscambio merci, progetto mai decollato e negli ultimi anni abbandonato per lasciare spazio al Consorzio ortofrutticolo, al Mercato ittico e alla nuova sede del Comando della Polizia locale dove si trova anche la Smart Control Room inaugurata lo scorso settembre.

La concessione diretta della banchina, negli ultimi anni, ha cominciato a indisporre varie società veneziane di trasporti, molto critiche nei confronti dell’affidamento diretto.

Alcune di loro, per quieto vivere – visto che quasi tutte poi si devono rivolgere alla cooperativa per lavorare, caricare e scaricare la merce – si sono limitate a mugugnare. Altre invece hanno deciso che era arrivato il momento di dire basta, e uscire allo scoperto.

Affidandosi a un legale e scrivendo al Comune evidenziando come, dal 1991, la cooperativa sia affidataria «della gestione dei servizi di carico e scarico merci, pesa pubblica e posteggio autoveicoli nell’area demaniale Banchina fluviale del Tronchetto, concessa dall’Autorità portuale al Comune».

«Tutti gli affidamenti non risultano essere stati preceduti da procedura concorsuale a evidenza pubblica», scrivono gli avvocati Alessandro Ventura e Andrea Giuman per conto delle società Transportservice Pesce M&c, Mares Trasporti, Cristiano Brussa trasporti e Salpa Trasporti. Affidamenti diretti che, per i due legali, sono definirsi illegittimi «per violazione del principio dell’evidenza pubblica» dal momento che è mancata «la possibilità di competere con l’attuale gestore per il conseguimento dei servizi affidati».

Per non parlare, aggiungono i legali, del danno erariale per il «pluriennale affidamento senza gara della concessione».

E del fatto che, da quando è scaduta l’ultima concessione, lo scorso 31 dicembre, la cooperativa sta continuando a operare senza che alcuna convenzione sia stata rinnovata. Una diffida bella e buona, per sollecitare il Comune a rendere «contendibile» l’area. Alla quale, non ricevendo risposte dal comune, nei giorni scorsi è seguita anche una segnalazione all’Anac, l’Autorità nazionale anti-corruzione.

Ora che l’area del Tronchetto è disegnata il Comune ha già spiegato di essere pronto con il bando di gara. Ma di non averlo ancora potuto ancora fare perché l’Autorità portuale non ha ancora riconcesso l’area al Comune, che a sua volta - non essendo la banchina nella sua disponibilità - non può procedere con l’avviso pubblico. Quindi il bando giace in un cassetto.

La cooperativa Scalo Fluviale, interpellata, per il momento preferisce non commentare spiegando che «in discussione vi sono problematiche giuridicamente complesse che richiedono di essere approfondite adeguatamente». La vicenda sarà una delle prime gatte da pelare per il neo assessore al Patrimonio, Mar. —


 

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