Banchi con le rotelle, ne arrivano diecimila per Venezia

VENEZIA. La definizione giusta è “sedie didattiche innovative”: integrazione di una sedia con le rotelle e di un banco, esattamente come si usa vedere nelle conferenze. E sono il futuro prossimo della scuola. Futuro prossimo, sì, ma non troppo. Perché questi banchi, presentati in pompa magna dalla ministra Lucia Azzolina, in realtà arriveranno nelle aule degli istituti veneti a scuola già iniziata. «Tra fine settembre e inizio ottobre», spiega la direttrice dell’Ufficio scolastico regionale Carmela Palumbo. «Lo stesso ministro Arcuri ha dovuto ammettere che non arriveranno in tempo», tuona l’assessora regionale all’istruzione Elena Donazzan, da sempre critica verso l’inserimento dei banchi con le rotelle nel “piano” di ripresa della scuola. In pratica, al suono della prima campanella, il 14 settembre, anche i dirigenti che ne hanno fatto richiesta dovranno comunque accogliere gli studenti con quanto in loro possesso. Per poi cambiare l’arredo delle aule, se e quando queste famose “sedie didattiche innovative” arriveranno. La loro funzione? Garantire il distanziamento interpersonale di almeno un metro tra gli studenti. Da una parte, grazie alla superficie estremamente contenuta occupata da ciascuna seduta. Dall’altra, grazie alle rotelle, che consente spostamenti rapidi, laddove due ragazzi siano troppo vicini. Anche se c’è chi teme delle “gare di corsa clandestine” nei corridoi.
In tutto il Veneto, i dirigenti hanno ordinato circa 56 mila banchi con le rotelle, in arrivo appunto tra fine settembre e i primi di ottobre. Di questi, quasi 10 mila sono attesi negli istituti dell’area metropolitana di Venezia. Gli ordini, in ogni caso, sono stati molto contenuti se confrontati con le cifre dell’intera platea studentesca. D’altra parte, le sedie didattiche innovative sono un “qualcosa in più”, non dovendosi sostituire in toto alla dotazione dei singoli istituti. Anche perché i tempi sono stretti e sarebbe stato impossibile, in una manciata di settimane, riuscire a realizzare un banco per ogni studente italiano. Per fare un esempio, al liceo XXV aprile di Portogruaro, il dirigente Daniele Dazzan ne ha ordinati 130, a fronte dei circa 1.100 iscritti. Facile immaginare che i banchi in arrivo saranno destinati esclusivamente ad alcune classi, non venendo inseriti “random” e in piccole unità all’interno di ciascuna aula. Interviene ancora Donazzan: «Il commissario Arcuri ha stigmatizzato l’atteggiamento di qualche Regione che ha chiesto un numero tale di banchi da far pensare alla totale sostituzione dei propri arredi scolastici, mentre ha riconosciuto al Veneto serietà nella quantificazione dei banchi necessari». Con una stoccata al Governo: «A mio parere, il Ministero ha sovrastimato il fabbisogno, sprecando così molte risorse».
I dirigenti scolastici hanno quantificato il fabbisogno di banchi nei loro istituti, avanzando richieste precise, ma questo non porterà necessariamente alla soddisfazione immediata delle loro domande. A spiegare il motivo è sempre Carmela Palumbo: «Sarà il commissario straordinario Arcuri a decidere le assegnazioni a ciascun istituto». In pratica, i dirigenti che si organizzino comunque. Eventualmente, ci penseranno i banchi con le rotelle a sistemare le cose. Se arriveranno...
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia