«Banche, niente transazioni un diritto essere risarciti»
«Non perdete la speranza, conto che almeno qualcuno di voi uscendo da questa sala decida di non andare in banca a firmare la transazione». L’avvocato Franco Conte, presidente di Codacons Veneto, dalla sede del centro civico del Terraglio, ha lanciato un appello ai risparmiatori traditi da Veneto Banca e Banca Popolare di Vicenza, che adesso sono chiamati dai rispettivi istituti a lasciar perdere i contenziosi e aderire a un accordo bonario che le associazioni dei consumatori hanno definito in più occasioni “briciole”. Sullo sfondo l’incontro organizzato dal circolo locale del Pd Terraglio che si prefiggeva l’obiettivo di mettere a fuoco quanto sta accadendo ai risparmiatori del Veneto e capire a che punto si trova l’inchiesta parlamentare e il ruolo dell’Europa. A introdurre e coordinare l’incontro Gabriele Fumai, segretario di circolo. Per prima ha preso la parola Maria Teresa Roda, socia di Veneto Banca, con cui è in causa, che ha ripercorso la storia della caduta dell’istituto. «Chi sostiene il peso», ha domandato, «di questi disastri che mettono in ginocchio il tessuto economico veneto? Perchè nessuno fa nulla?». Poi la parola è passata a Conte, assente l’onorevole Simonetta Rubinato, impegnata a Roma, che avrebbe dovuto concentrarsi sulla commissione parlamentare d’inchiesta. Spazio ai presenti, una quarantina di persone. «Mi hanno consigliato di firmare», ha raccontato una donna, «sostenendo che altrimenti avrei speso troppi soldi in una battaglia legale». «Ai risparmiatori dico di non perdere la speranza e di non firmare», ha ripetuto Conte. Che ha suggerito l’iter da seguire: «Per prima cosa bisogna formalizzare una diffida, che blocca la prescrizione e fa maturare gli interessi. Un atto difensivo, che interrompe i termini, denuncia il contesto in cui è avvenuto l’acquisto e precisa il motivo del reclamo. A questo punto si prova a utilizzare il nuovo percorso, quello del ricorso all’Acf (arbitro per le controversie finanziarie), perché è formato da cinque membri: dentro ci stanno i consumatori, il mediatore finanziario, quindi la banca, e poi tre tecnici di Banca Italia e Consob. Il vantaggio è il tempo, limitato e dunque più breve, e i costi, che sono umani e variano tra i 150 e i 450 euro». Prosegue: «Chi sceglie la strada della causa si faccia fare un preventivo dall’avvocato e chieda trasparenza. Oggi i poteri forti vogliono creare una cappa, far perdere la speranza e fare in modo che la gente vada a firmare, ma quello di essere risarciti, è un diritto». Qualche frecciata al Pd, che non fa abbastanza per tutelare i risparmiatori, e al sottosegretario Baretta.
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