Bancarotta, marito e moglie patteggiano

NOALE. Fallimento dell'azienda Ctv di Noale, due condanne e un’assoluzione. L’ha stabilito il tribunale di Venezia in seguito ad un processo che ha visto tre persone finire alla sbarra con l'accusa di bancarotta fraudolenta. Hanno ricevuto una condanna di 3 anni di reclusione ciascuno gli ex titolari dell'impresa, i coniugi Paolo Simionato e Katia Scattolon, mentre è stato assolto il prestanome Diego Masiero. La vicenda è riassunta dell’avvocato difensore di quest’ultimo, Pascale De Falco di Camponogara: «L'azienda che operava nel settore della logistica fu aperta nel 2006 con una ventina di dipendenti. Dopo qualche anno, precisamente nel 2010, anche in seguito alla crisi finanziaria mondiale che era scoppiata nel 2008, la situazione non andava bene. La società a quel punto ha subito la visita degli agenti della Guardia di Finanza. Agenti che, dopo aver fatto un’accurata indagine, hanno chiesto all'azienda i libri contabili. Per evitare guai dovuti ai dissesti che si stavano producendo, i coniugi invece hanno preferito ideare un escamotage. Hanno individuato così un prestanome, nella figura di Diego Masiero, e lo hanno messo a capo dell'azienda come amministratore delegato. Di lì a poco però i guai invece che diminuire sono aumentati. La Guardia di Finanza ha accertato infatti il mancato pagamento di 155 mila euro di contributi Inps da parte dell'azienda ai dipendenti. È stato accertato poi un dissesto di bilancio che ha portato nel 2012 alla chiusura della Ctv per fallimento».
Nei confronti di Masiero, Scattolon e Simionato sono piovute le pesantissime accuse di bancarotta fraudolenta e aggravamento della situazione finanziaria per non aver presentato quando richiesto i libri in Tribunale. Ora è arrivato l'epilogo della vicenda. I due hanno patteggiato la pena e sono stati condannati a 3 anni di reclusione a testa. Non ha patteggiato invece Diego Masiero che ha voluto andare a processo ordinario per dimostrare la propria innocenza riuscendoci. «Siamo riusciti a dimostrare», spiega l'avvocato De Falco, «che Diego Masiero non aveva potuto in alcun modo mal gestire l'azienda e procurare la bancarotta per il semplice motivo che era arrivato quando l'azienda aveva già un dissesto ingestibile. La sua azione dal punto di vista gestionale a quel punto è risultata ininfluente e per quello è stato assolto dal Tribunale di Venezia per non aver commesso il fatto».
Alessandro Abbadir
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia