Banca del Veneziano Ferrari: «Ok fusione ma radici in Riviera»
MIRA. Tutto pronto per domenica all’hotel Russot di Mestre, per il “matrimonio” tra Banca Annia e Banca del Veneziano, cioè per votare la proposta che vedrà costituirsi un nuovo istituto: Banca di Credito Cooperativo di Venezia, Padova e Rovigo - Banca Annia, con 41 filiali operative in un’area di competenza di 114 comuni nelle province di Padova, Venezia, Rovigo, Treviso e Ferrara.
Sulla questione della fusione per incorporazione interviene il consigliere regionale Franco Ferrari della “Lista Alessandra Moretti Presidente” che chiede di preservare i livelli occupazionali e la caratteristica di banca del territorio della Riviera del Brenta. «All’inizio ero contrario al progetto di fusione con banca Annia», dice Ferrari, «sia in qualità di socio, che in qualità di ex membro del consiglio di amministrazione, per le perplessità evidenziate dai soci-clienti e dai dipendenti che a seguito del commissariamento si sono visti tagliare gli stipendi fino al 25%, e ciò ha destato, preoccupazioni. Invito la nuova banca ad operare in termini di “equità e flessibilità” riconoscere il giusto a chi lavora per “l’interesse comune” ed ad accompagnare fino all’ultimo giorno il restante personale che si avvia alla “quiescenza”, non ci devono essere “esuberi. Meno male poi che il Cda ha avviato una consultazione a Camponogara e Mira con la presenza di circa 350 soci per un approfondimento, illustrando il progetto e rispondendo ai quesiti dei soci».
«A questo punto», nota Ferrari, «sentito nel dettaglio le opportunità previste dal progetto, anche se non convinto al 100%, mi adeguo ma mi sento in dovere di invitare la nuova banca a tutelare i soci-clienti e dimostrare che è una banca che ascolta le esigenze della Riviera dove è nata Banca del Veneziano, senza imporre procedimenti capestro».
Con circa 8.500 soci e 70 mila clienti la futura banca gestirà oltre 1,7 miliardi di raccolta, generando un margine di intermediazione di quasi 53 milioni di euro. La copertura dei crediti deteriorati al 45%, entrambi un dato in linea con la media italiana del settore.
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