Banca Annia, un plebiscito per Iccrea

Credito cooperativo: l’assemblea degli oltre 500 soci ha dovuto scegliere un gruppo di riferimento
MARIAN - AGENZIA BIANCHI - PADOVA - ASSEMBLEA BANCA ANNIA. MARIO SARTI
MARIAN - AGENZIA BIANCHI - PADOVA - ASSEMBLEA BANCA ANNIA. MARIO SARTI

PADOVA. Banca Annia sceglie Iccrea. È stata una lunga assemblea quella che ha riunito oltre 500 soci di Banca Annia ieri mattina allo Sheraton di Padova per dibattere un ordine del giorno denso di elementi salienti, uno dei quali quello relativo alla scelta di un gruppo di riferimento in ottemperanza ad una legge di riforma della Bcc che non piace al presidente di Annia, Mario Sarti. «Se fosse stato per me avrei preferito rimanere autonomo», ha detto Sarti, «ma la legge ci impone di scegliere una capogruppo che di fatto deciderà strategie complessive del nostro istituto».

Durante un’assemblea dove la dialettica delle parti è emersa in tutta la sua vivacità sui temi dell’approvazione dei due bilanci di esercizio 2016 (quello di Annia e della Bcc del Veneziano fusasi con Cartura a gennaio) e su un’informativa relativa alle azioni di responsabilità nei confronti della governance della Bcc veneziana ereditati dalla gestione commissariale precedente alla fusione, è stata una maggioranza schiacciante quella che ha approvato la proposta che il Cda di Annia ha comunicato all’assemblea ieri mattina e che indicava proprio in Iccrea la società di riferimento, con sede centrale a Roma, per affrontare il futuro dei nuovi assetti del mondo della Bcc.

Dei circa 510 soci presenti e rappresentati tramite delega, circa 460 hanno votato infatti a favore di Iccrea mentre solo uno sparuto gruppo di soci, veneziani ma anche padovani, hanno votato invece per l’adesione alla trentina Cassa Centrale Banca, che ad oggi fornisce il sistema informatico ad Annia. «Una presa di posizione, quella della minoranza, che deriva da considerazioni di vicinanza territoriale non del tutto condivisibili» ha continuato il presidente della Bcc Annia. «Ad Iccrea ci appoggiamo già ora per circa l’80% dei prodotti finanziari che acquistiamo sul mercato, soprattutto per quanto riguarda il credito al consumo, i prodotti assicurativi, il leasing. Una scelta quindi dettata da ragioni specifiche che però non toglie le criticità di una legge che lascia alcuni dubbi sul futuro del sistema cooperativo. Il punto infatti sta nella governance e nel piano industriale e territoriale che emergerà una volta che contratti di coesione saranno siglati. Contratti di cui ad oggi nulla sappiamo se non che sono in fase di studio in Banca d’Italia e che dovranno essere siglati entro fine aprile 2018, se non ci saranno proroghe. Ad oggi comunque noi deterremmo formalmente circa lo 0,5% della nuova centrale Iccrea».

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