Bambino preso a calci, scoppia un caso

Il piccolo del Veneto Orientale ha accusato la sua insegnante di averlo picchiato. Entrambi sono sotto choc e ancora a casa
Di Giovanni Cagnassi

È rimasto a casa da scuola il bambino che ha raccontato di essere stato picchiato dalla maestra in una scuola elementare del Veneto Orientale. Non si sa ancora quando tornerà. Una vicenda che sta facendo discutere e ha sconvolto il mondo della scuola. La famiglia, tramite il legale, l’avvocato Giuseppe Muzzupappa, ha deciso di presentare un esposto alla Procura della Repubblica sull’intera vicenda, oltre che una segnalazione alla dirigenza e al Provveditorato. Valuteranno anche un risarcimento dei danni.

A casa da scuola. Da due giorni il bambino è assente e non vuole più tornare a scuola perché dice di avere paura. Ma non è il solo. La maestra coinvolta è a casa anche lei: si è rivolta al suo medico e ha chiesto dei giorni. Ha detto di essere molto provata da questa vicenda, sostenendo sempre di essere lei ad aver subito la reazione violenta del piccolo.

La questione diventa assai complessa e coinvolge tutto il mondo della scuola alle prese con una rivoluzione che sembra aver ribaltato le parti. Una volta erano le maestre che picchiavano senza esitare i più discoli. Una sberla l’hanno ricevuta in tanti fino a qualche lustro fa dalla loro maestra, ma oggi le docenti cui prudono le mani devono stare molto attente. Oggi può accadere addirittura il contrario, ovvero che maestre e docenti in genere debbano temere le reazioni di bambini delle elementari o studenti delle scuole superiori le cui famiglie sono pronte a tutelarsi legalmente.

La famiglia dal legale. I genitori del piccolo di 8 anni si sono già rivolti all’avvocato Giuseppe Muzzupappa, che ha adottato tutte le cautele del caso nei primi commenti, pur affrontandolo con decisione. «Ovviamente non deve essere sottovalutato alcun aspetto di questa vicenda», dice l’avvocato Muzzupappa, «io dovrò fare tutte le verifiche, ricostruire l’episodio. Se dovesse essere come ha raccontato il bambino è chiaro che la reazione della maestra sarebbe stata spropositata e censurabile. Può rischiare un provvedimento disciplinare in base a indagini interne, quindi essere sospesa con grave danno alla sua carriera. Ma se davvero avesse picchiato sconsideratamente il bambino, allora si profilerebbero ipotesi penali quali lesioni, violenze, percosse e via elencando. Adesso parlerò con la famiglia per decidere cosa fare e tutelare nel miglior modo il bambino. Intanto propendiamo per un esposto alla Procura».

Il preside. Non ha fatto ancora mosse avventate e chiesto un po’ di tempo per decidere. Il dirigente scolastico dell’istituto ha anni di professione alle spalle come docente e dirigente. Ha avviato tutte le verifiche e attende una dettagliata relazione da parte della maestra accusata e anche di una collega che era presente, oltre che di un’altra responsabile della scuola.

Ci sarà molto lavoro da fare prima di decidere eventuali provvedimenti e sarà fondamentale la relazione stilata da parte della maestra coinvolta prima di prendere qualsiasi decisione. Finora il preside, che si è chiuso nel massimo riserbo, ha affermato che gli risulta impossibile che la maestra abbia colpito il bambino, avallando al contrario il racconto della maestra e di alcune colleghe, secondo il quale sarebbe stato il piccolo ad accanirsi contro la maestra in modo del tutto incontrollato. Il dirigente ha descritto il caso di un bambino che ha dei problemi e che viene seguito con adeguato sostegno proprio per la sua iperattività, non nuovo a episodi simili di scontro con le docenti e con gli stessi compagni di scuola.

Comunque siano andate le cose –ad appurarlo saranno le inchieste interne e, a questo punto, quella della magistratura – il casto resta delicatissimo perché coinvolge il fragile equilibrio psicologico di un bambino.

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