Bambino nato morto, quattro indagati

Chioggia. Ieri è stata eseguita l’autopsia, l’inchiesta è scattata dopo l’esposto in Procura presentato dai genitori
Di Giovanni Cagnassi

CHIOGGIA. Bambino nato morto, ieri è stata eseguita l’autopsia all’ospedale di Chioggia sul corpicino dopo il fascicolo aperto dal pubblico ministero, Stefano Buccini, che coordina le indagini. Quattro sono gli indagati, un medico e tre ostetriche.

Si tratta di Sergio Porto, Miriam Puggiotto, Diana Scuttari e Marilisa Bonaldo. L’autopsia è stata eseguita in mattinata all’ospedale di Chioggia dal medico legale, Antonello Cirnelli. L’anatomo patologo ha prelevato gli organi del neonato al fine di accertare nelle prossime settimane se la causa della morte dell’infante possa essere stata determinata, come si sospetta, da un nodo del cordone ombelicale che lo avrebbe soffocato.

La mamma del bambino, Erica Sartori, 37 anni, residente a Correzzola (Padova) in via Monsole 20, che, sulla vicenda, ha presentato, assieme al marito, un esposto alla Procura della Repubblica, è entrata in ospedale il 31 di agosto alle 14.30. Intorno alle 19.30 è stata rilevata una decelerazione del tracciato poi proseguita alle prime luci dell’alba.

Alle 8 del mattino il parto sofferto e il taglio cesareo con il bambino purtroppo nato senza vita. Per la famiglia, gli amici e i parenti, una vera tragedia che ha straziato tutti a partire dai genitori affranti.

Il triste evento è avvenuto al termine dei nove mesi di gestazione della mamma di Correzzola. Nel corso della gravidanza la donna non aveva accusato particolari problemi. Gli stessi esami diagnostici non avevano confermato eventuali segni di sofferenza del feto, come ha precisato l’azienda sanitaria di Chioggia, che attraverso il primario di ostetricia e ginecologia, Luca Bergamini, ha subito attivato, come atto dovuto, la commissione interna per valutare l’accaduto.

La donna, dopo la rottura delle acque prematuramente, è stata ricoverata all’ospedale clodiense e i primi monitoraggi non avevano dato alcun segnale di preoccupazione.

Solo nelle prime ore del mattino è stata evidenziata l’alterazione del tracciato.

È dunque scattata la procedura per il taglio cesareo effettuato in emergenza nella sala parto. Ma il piccolo non ha potuto vedere la luce e a nulla sono valsi i disperati tentativi di rianimazione da parte di anestesisti e pediatri subito chiamati in reparto. La causa del decesso, secondo la ricostruzione dell’Asl, è riconducibile a un nodo vero di funicolo al cordone ombelicale.

Un episodio non particolarmente raro, ma considerato imprevedibile, con conseguenze che a volte risultano fatali, dopo la cessazione del flusso sanguigno dalla placenta al feto determinata dal nodo.

Ecco perché le indagini proseguono con la massima attenzione e delicatezza, per tutelare i diritti di tutti, in primis del bambino che purtroppo è nato morto, della sua famiglia, ma anche del personale coinvolto che ha cercato di fare il possibile poi per salvarlo.

Spetterà alla magistratura appurare se ci sia stata un’eventuale imperizia o negligenza da parte del personale medico o delle ostetriche. Ed è quello che vogliono sapere i genitori del piccolo.

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