Bambini ciechi e sordi contro la Regione: così torniamo analfabeti
In seicento hanno manifestato a palazzo Ferro Fini contro i tagli. L’assessore accusa il governo, il Consiglio promette risorse
La protesta della famiglie
VENEZIA Ciechi e sordi scendono sulle strade per farsi vedere e sentire. Oltre 600 persone hanno manifestato con fischietti, pentole e cartelloni da Piazzale Roma a Palazzo Ferro Fini per chiedere alla Regione di garantire i servizi allo studio per chi è affetto da disturbi sensoriali.
«Per noi ciechi – ha detto Giuseppe Marinò di Treviso della Fish (Federazione Italiana Superamento Handicap) – il mediatore che accompagna la persona dalle materne alla fine delle superiori, è l’anello che ci mette in contatto con la società. Questo servizio è stato una conquista e ora c’è un vuoto normativo da colmare al più presto». Il problema è nato con la riforma Delrio (aprile 2014) che ha tolto alle province competenze e risorse sui servizi rivolti a chi è affetto da disturbi sensoriali, trasferendo alla Regione competenze e fondi.
Entro la fine dello scorso dicembre, la Regione avrebbe dovuto decidere se confermare le province, come chiedono i manifestanti. Siccome la decisione non è stata presa, i soldi (circa 12 milioni) non sono stati messi nel bilancio 2015. Cori («Vogliamo certezze, non barzellette») e manifesti («No ai tagli alla cieca») hanno scandito la protesta. «Se i fondi non vengono erogati – ha detto Rocco Roselli dell’Ens – si rischia un ritorno all’analfabetismo perché i mediatori insegnano la lingua dei segni o il Braille e sono veri punti di riferimento».
A fine corteo una delegazione in rappresentanza di Uici (Unione Italiana Ciechi Ipovedenti), Ens (Ente Nazionale Sordomuti) e Fiadda (varie associazioni), ha incontrato il presidente del Consiglio Regionale Clodovaldo Ruffatto, i consiglieri e l’assessore regionale al Sociale Davide Bendinelli. L’assessore ha incolpato il Governo di aver scaricato la competenza alla Regione senza però erogare i fondi necessari e ha assicurato che la legge sull’assegnazione delle competenze verrà discussa a breve. Ruffato ha garantito il reperimento delle risorse. Come? Claudio Sinigaglia (Pd), vice presidente della Commissione Sanità, ha proposto di prendere 5 milioni dai 25 (5 in più del 2014) dati al Veneto dal Fondo Sociale Nazionale per arrivare almeno al 31 dicembre, idea che sembra condivisa da Bendinelli.
Eppure fuori da Palazzo Ferro Fini c’è ancora rabbia. In Emilia e Lombardia si sono trovate soluzioni, in Veneto no. «Ci aspettavamo risposte concrete – ha detto il padovano Andrea Nicolello della Fiadda – Noi a turno vigileremo su ogni consiglio per assicurarci che i soldi vengano messi a bilancio come hanno promesso». In Veneto sono circa 1000 le persone affette da disturbi sensoriali (180 a Treviso, 150 a Padova, 184 a Venezia e 30 a Belluno), seguiti da 570 mediatori che rischiano la disoccupazione. Molti i bambini presenti, qualcuno con l’impianto cocleare che permette loro di sentire e parlare. In ogni caso hanno comunque bisogno dei mediatori per recuperare.
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