Baldin e Ferro (M5S) replicano al vescovo sulle scuole paritarie
CHIOGGIA. «Il vescovo fa campagna elettorale scorretta contro di noi». Il Movimento Cinque Stelle, bacchettato sull’ultimo editoriale di Nuova Scintilla, per la seconda volta, per le critiche sui soldi spesi dallo Stato per le scuole paritarie, passa al contrattacco sostenendo che monsignor Adriano Tessarollo stia facendo politica.
«Il suo impegno nei confronti delle scuole paritarie a dispetto di quelle pubbliche», sostiene la consigliera regionale grillina, Erika Baldin, «porta il vescovo Tessarollo a attaccare il M5S su tutti i temi, indipendentemente dalla posizione. La sua critica al gioco d'azzardo (che apre l’editoriale ndr) è per esempio condivisibile e siamo disposti a supportare la sua battaglia, nonostante le critiche, ponendo cristianamente l'altra guancia. Il vescovo tuttavia torna a attaccarci gratuitamente sulla questione dei finanziamenti alle scuole paritarie». L’editoriale toccava argomenti diversi: l’abitudine di molti chioggiotti al gioco d’azzardo, il valore della vita umana con alcune riflessioni sui dati degli aborti e sui soldi spesi dagli enti locali per il mantenimento dei cani e dei gatti e, nell’epilogo, un attacco ai Cinque stelle per alcune considerazioni espresse in commissione cultura di Camera e Senato sui soldi spesi per i ragazzi disabili nelle scuole paritarie. «Sugli altri argomenti non vogliamo entrare», spiega il candidato sindaco dei Cinque stelle, Alessandro Ferro, «ma non possiamo ignorare che il vescovo sta chiaramente facendo campagna elettorale contro il M5S, non attaccandolo su questioni locali, dove non avrebbe argomenti, bensì su questioni ideologiche di principio. Tessarollo snocciola dati che non hanno molto senso, arrivando a trasmettere il pensiero che, con le scuole paritarie, lo Stato risparmia molti soldi rispetto alle scuole pubbliche, ma dimentica di dire che la differenza è a carico delle famiglie. Differenza che ormai solo poche famiglie si possono permettere. Lo studio è un diritto sancito dalla Costituzione e la forma principale per garantire un’educazione imparziale è, e deve rimanere, la scuola pubblica». (e.b.a.)
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