Balcone si stacca dalla casa precipitano due operai
SOTTOMARINA. I vicini hanno sentito solo il rumore del crollo e, un attimo prima, le grida di spavento dei due muratori che cadevano nel vuoto. Poi, mentre si diradava la polvere, la stradina, tre metri di larghezza, è apparsa quasi completamente ostruita dal poggiolo che si era staccato dalla casa.
Almeno cinquanta quintali di ferro e cemento, precipitati da un’altezza di cinque metri, che, solo per un caso, non hanno travolto nessuno. Anche i due uomini che ci stavano sopra, intenti al loro lavoro, hanno riportato ferite e fratture varie ma hanno evitato, per un pelo, la morte. Ieri, a metà mattina, in vicolo Sirena, la fortuna è stata generosa con tutti. Il poggiolo, infatti, aveva una ringhiera che ha fatto da ammortizzatore, piegandosi sotto il peso della struttura e tenendola sollevata da terra quel tanto che è bastato ai due muratori per non rimanere incastrati. M.C. 64 anni, ha riportato una frattura toracica e una alla gamba sinistra, suo figlio C.C. una frattura al piede sinistro. Fossero caduti poche decine di centimetri più in là, sarebbero finiti infilzati sulla recinzione della casa di fronte. Quella strada, poi, è l’unico accesso all’abitazione per una ventina di famiglie che vivono in alcuni palazzi poco lontani dal luogo del crollo: lì passano pedoni, ciclisti e automobili che avrebbero potuto essere sepolti dal poggiolo caduto. Sul posto sono intervenuti l’ambulanza del 118, i vigili del fuoco, lo Spisal e la polizia locale. Secondo la ricostruzione effettuata, i due artigiani stavano rifacendo la pavimentazione della stanza che si affaccia su quel terrazzo, ma si trovavano all’esterno perché stavano tagliando le nuove piastrelle col flessibile e preparando la malta per fissarle, quando il terrazzo si è staccato dal muro.
Il motivo del cedimento strutturale è ancora in fase di accertamento: potrebbero aver influito sia la corrosione dovuta agli agenti atmosferici, sia l’uso di tondini di ferro, per armare il cemento, di spessore inadeguato, magari anche in relazione ad “appesantimenti” successivi della struttura. Il terrazzo in questione, poi, sarebbe stato aggiunto alla casa in un secondo momento, rispetto all’epoca della costruzione originale e, anche questo, potrebbe essere uno dei motivi della rottura. In ogni caso sarà lo Spisal a dire l’ultima parola. Sono in corso accertamenti anche sulla stabilità di altri tre terrazzi dello stesso edificio, uno dei quali si affaccia nello stesso vicolo Sirena che, per il momento, è interdetto al traffico in attesa di essere sgombrato dalle macerie del poggiolo crollato, cosa che dovrebbe avvenire, al più tardi, questa mattina.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia