Balasso: «Un mondo migliore comincia dalle parole che usiamo»
VENEZIA. Incuriosisce il titolo del nuovo monologo di Natalino Balasso, “Velodimaya”che debutta al Teatro Goldoni di Venezia sabato 25 ottobre alle 20.30 con replica nel pomeriggio di domenica alle 17. Prende le mosse da molto lontano Balasso per parlarci del nostro presente: scomoda addirittura Schopenhauer per ricordarci con una delle immagini utilizzate dal filosofo danese che tra noi e la realtà si interpone uno schermo che ce la fa vedere diversa da come è. E sono le ragioni per cui questo anche oggi accade al centro dell’analisi dell’attore e autore veneto, che alterna nella sua attività alle presenze in compagnia come attore i monologhi dall’impianto sempre originale, in grado di interessare, colpire in modo sempre nuovo..
«Credo che una delle cause per cui la realtà la vediamo diversa da come è, sia il grande teatro dei “discorsi pubblici”, che ha visto giornalisti e politici assumere nel comunicare un approccio sempre più simile a quello della gente di spettacolo» dice l’attore e autore rodigino. «Basta assistere a un telegiornale, ascoltare un politico, per rendersene conto. E io inizierò il mio spettacolo con il discorso che Colin Powell, segretario di Stato di Bush, fece nella sede dell’Onu dichiarando che c’erano le prove della presenza di armi chimiche in Iraq. E proseguirò con il discorso che il presidente dell’Uruguay Pepe Mujica ha pronunciato anni dopo, in occasione di un simposio mondiale sull’ambiente e sullo sviluppo sostenibile. Mi sono sembrati due pezzi di teatro che in maniera contrapposta, toni aggressivi nel primo, pacati nel secondo, raccontano di noi».
Balasso mostra un grande interesse per questi temi a più riprese approfonditi nei video comici a sfondo sociale messi in rete sul canale Telebalasso di Youtube con un successo incredibile, dieci milioni di visualizzazioni negli ultimi quattro anni, il tutto in assenza di una qualsiasi forma di sostegno televisivo o radiofonico. Grazie alla rete l’attore -autore ha potuto sperimentare un linguaggio che lo ha posto agli antipodi di quei comici che rappresentano la realtà con battutine sui politici o gossip.
«Ho sempre pensato che ci fosse in teatro un modo migliore per dare corpo alle nostre paure e a i nostri desideri di oggi» spiega. «Su questo modo migliore ho voluto indagare per scrivere un monologo che avesse senso recitare in teatro».
Ne anticipa qualcosa: «Sono convinto che tante divergenze sono imputabili alla mancanza di un codice condiviso: le parole, se ci fosse questo sostrato comune, acquisirebbero quel senso che oggi sembrano spesso non avere. Non è difficile notare, poi, che ultimamente le società occidentali sono tornate a disparità preottocentesche e sono molti i segnali che sembrano allontanarci dalle società evolute. Per fronteggiare tutto questo ciascuno deve far tesoro del patrimonio di “energia resistente” che dovrebbe sostenerci nello sforzo quotidiano di cambiare noi stessi, il nostro rapporto con la realtà, la cosa sicuramente utile a noi e agli altri che possiamo fare. Da non prendere nemmeno in considerazione coloro che cercano di cambiare i comportamenti degli altri».
Balasso è fermamente convinto della vitalità e delle prospettive del teatro, cui si dedica da trent’anni: «Non è vero che potrà essere soppiantato dal cinema o dalla televisione. Certo, la rete mi ha consentito di pormi a voce alta interrogativi sull’attualità e di portare faticosamente avanti processi che mi hanno consentito di cogliere, partendo dall’attualità, l’universale».
Ma bisogna guardarsi, ammonisce, da un pericolo maggiore della menzogna, le false verità che rischiamo di costruirci ogni giorno. I biglietti per lo spettacolo del Goldoni sono su www.teatrostabileveneto.it www.hellovenezia.com; prevendita telefonica 041.24.24.
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