Cercasi bagnini per le spiagge venete, ne servono circa 600: gli over 50 sono esclusi per decreto

La Conferenza dei sindaci del litorale inizia i lavori del 2025 con l’allarme sugli operatori stagionali. All’ordine del giorno i lavori al ponte Lueg (Austria) che potrebbero tenere lontani i turisti tedeschi

Giovanni Cagnassi
Una torretta di avvistamento di Jesolo, vuota
Una torretta di avvistamento di Jesolo, vuota

Subito il problema del personale per il salvataggio sul tavolo della prima riunione della Conferenza dei sindaci del litorale Veneto 2025.

Tra gli altri temi, il demanio, le gare per le concessioni, la gestione dei flussi turistici. Per il Comune di Eraclea era presente il commissario prefettizio Luigi Scipioni assieme ai sindaci della costa.

Alla vigilia della scorsa stagione estiva, mancavano sul litorale oltre 500 assistenti ai bagnanti. «Abbiamo analizzato tanti temi in questo primo incontro», ha detto il sindaco di Cavallino-Treporti, Roberta Nesto, presidente della Conferenza, «abbiamo fatto il punto della situazione in merito al regolamento d’uso del demanio marittimo, alla luce della nuova normativa e delle novità romane».

Ma il tema caldo è carenza dei bagnini di salvataggio. Secondo le associazioni di salvamento oggi mancherebbero all’appello circa 600 addetti, metà di quelli al lavoro nella costa veneta durante la stagione turistica.

E il decreto ministeriale 85/2024 ha escluso gli over 50 dall’attività, introducendo prove fisiche da ripetere ogni cinque anni per continuare a esercitare la professione. «Siamo molto preoccupati per la difficoltà di reperire personale», sottolinea Nesto, «anche a causa di questa glaciazione demografica oltre che della difficoltà che sta vivendo da anni il settore dei lavoratori stagionali.

Proprio sul tema lavoro ci siamo sempre spesi come sindaci, e abbiamo dedicato un focus apposito con il Summit del Mare 2024 che si è tenuto a Bibione lo scorso ottobre. Cercheremo anche questa volta di procedere con delle azioni che concorderemo cercando di coinvolgere anche l’ammiragliato, soprattutto per il tema bagnini e sicurezza in spiaggia».

Oltre alle nuove criticità da affrontare, si aggiungono in questo avvio di anno i lavori al ponte Lueg iniziati il 1 gennaio, il viadotto autostradale che dall’Austria, attraverso il passo del Brennero, porta i turisti in Italia.

«C’è un nuovo contesto internazionale che pone nuove sfide, soprattutto sui mercati storici di lingua tedesca che soffrono un momento di crisi economica», ha aggiunto il sindaco di Jesolo Christofer De Zotti, «quindi dovremmo intercettare nuovi mercati, soprattutto quelli emergenti dell’est.

Il lavoro di squadra e la sinergia con gli operatori ci permetterà però di saperci confermare leader del turismo europeo e con numeri ancora in crescita. Sicuramente la chiusura del Brennero ci crea qualche preoccupazione, perché la viabilità è strategica per il turismo, ma confidiamo che gli organi nazionali saranno in grado di intervenire per aiutarci a risolvere la situazione.

Sicuramente la costa veneta è un passo avanti rispetto al resto del territorio nazionale, come era abbastanza scontato tutto avrebbe portato verso un’applicazione rigida della direttiva Bolkestein e tutta la costa veneta si è mossa in anticipo, collaborando e tutelando gli operatori dei nostri territori».

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